«Non ci resta che pregare». Se non è un passaggio di consegne, ci assomiglia parecchio. Il campione in carica della MotoGp, Jorge Lorenzo, è sconsolato mentre guarda la festa di Marc Marquez che centra il pokerissimo al Gp della Repubblica Ceca. Mai un esordiente c'era riuscito: cinque successi, gli ultimi quattro di fila. Più che un dominio è una dittatura che di questo passo porta dritto al titolo. L'unico esordiente «mondiale» fu Kenny Roberts.
A Brno si è avuta la conferma della maturità del Cabroncito, ancora più stupefacente del suo talento. Non si è scomposto quando Lorenzo è scappato al via, con calma l'ha ripreso e sorpassato con una manovra spettacolare; e quando il campione in carica ha rimesso il muso davanti lo ha infilzato definitivamente. «Nei primi giri ho studiato dove sorpassare
- spiega Marquez -. Gara divertente e successo inaspettato». Una piccola bugia per il ventenne spagnolo che nel finale ha respinto anche l'assalto del compagno Dani Pedrosa, troppo Camomillo come ammette lui stesso.
Deluso Valentino Rossi, quarto in volata su Bautista e sfruttando anche lo scivolone di Crutchlow. Come si può battere Marquez?, gli chiedono.
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