Londra Corre in campo danzando al triplice fischio finale. Con lincontenibile gioia di chi sa di aver firmato una piccola grande impresa. Perché vincendo la finale contro il Liverpool Roberto Di Matteo conquista la Coppa dInghilterra anche da manager, dopo le due alzate al cielo da centrocampista del Chelsea (1997 e 2000). Un allenatore a tempo, un supplente chiamato ad inizio febbraio a raddrizzare la stagione del Chelsea che in poco più di due mesi non solo ha già impreziosito la bacheca di Stamford Bridge ma tra due settimane allAllianz Arena ha la possibilità di entrare nella storia del calcio.
Per il momento si accontenta del tripudio che gli regala la 131esima finale della Fa Cup, la più antica competizione calcistica al mondo. Che il Chelsea vince per la settima volta al termine di una stagione che pareva irrimediabilmente deragliata sotto la gestione di André Villas-Boas.
Merito di Di Matteo limprovviso rilancio dei blues, del suo buon senso tattico e scrupoloso lavoro psicologico su un gruppo che ha saputo rimotivare, ricaricare, rilanciare. Rinunciando a pompose alchimie tattiche, perché anche nella finale di Wembley il Chelsea si è confermato una squadra che ha limiti (soprattutto di creatività) ma ne è così consapevole da saperli mascherare alla perfezione. Il vantaggio dei blues arriva dopo 11 minuti. Meritato perché per la prima ora di gioco i reds di Kenny Dalglish sono di una bruttezza inguardabile. Abulici, confusi, lenti sembrano rassegnati ad un epilogo già scritto quando Ramires approfitta dellincertezza di Pep Reina per portare avanti i blues. Ancora una volta Di Matteo si affida allusato sicuro dei suoi senatori, preferendo Didier Drogba a Fernando Torres, che siede imbronciato in panchina. E viene ripagato dallo stesso centravanti ivoriano che in apertura di ripresa trova il raddoppio. Un gol che vale una seria ipoteca sul successo. Ma soprattutto il modo migliore per congedarsi dal Chelsea: a fine stagione lo attende un contratto principesco in Cina per i prossimi tre anni. Solo lingresso di Andy Carroll riesce a svegliare il Liverpool. Un guizzo in area dellattaccante inglese, lasciato colpevolmente in panchina da Kenny Dalglish non esente da colpe in questa sconfitta, riapre lincontro. Che potrebbe trovare la parità se il direttore di gara ritenesse oltre la linea di porta, pochi minuti più tardi, lincornata dello stesso Carroll. Un gol fantasma che farà discutere. Ma che nulla toglie alla gioia dei blues. E di Di Matteo, il terzo tecnico italiano di fila a vincere la Fa Cup dopo Carlo Ancelotti e Roberto Mancini. Il quarto di sempre con Gianluca Vialli (2000), il 14esimo nella storia della coppa domestica a centrare la vittoria da giocatore e allenatore. Un exploit che lo avvicina alla conferma nonostante la bizzosa imprevedibilità di Roman Abramovich.
Per adesso la sua dicitura resta "manager ad interim" e lui non ha fretta di cambiare il suo biglietto da visita. Lascia che a puntellare la sua candidatura siano i risultati. Perché allorizzonte cè la finale di Champions League. L'appuntamento con la storia.
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