Calcio

Max-solitario, Mou-capopopolo. E i fischi così uguali ma diversi

Allegri con tutto il peso sulle spalle sa di essere l'obiettivo. Mourinho chiama a raccolta i tifosi per il Salisburgo

Max-solitario, Mou-capopopolo. E i fischi così uguali ma diversi

Questione di fischi, a rischio di confonderli per fiaschi. Juventus-Fiorentina, dell'altra settimana. Lo Stadium, o almeno una parte di esso, fischia Kean e De Sciglio e Paredes, e Max Allegri sbotta contro chi contesta, anche perché probabilmente sa che è lui il vero bersaglio di quei fischi. Altro turno di campionato, altro teatro e altri fischi. E stavolta è Mourinho a sbottare: non bastano 23 sold out consecutivi per convincere lo Special One che il pubblico è dalla parte della Roma, prende a pretesto fischi che probabilmente nemmeno sono indirizzati al giovane Bove (pare che fosse una querelle fra tifosi di settori differenti dello stadio) per dire che no, così non va, non serve, non basta andare all'Olimpico, occorre scaldarlo, incendiarlo di passione e guai a chi fischia i miei giocatori.

Insomma, fischi che rivelano fiaschi e semmai provano a nasconderli. L'Allegri-bis non è mai decollato: la scorsa stagione è stata la prima, dopo 10, chiusa senza vittorie, e questa resta al momento segnata dalle 5 sconfitte su 6 partite nel girone di Champions, cosa che mai nella storia della Juve. E vuoi che chi va allo Stadium non possa nemmeno fischiare? Non è solo questione di averne il diritto per il biglietto pagato (peraltro a prezzo sempre più alto e per sempre meno tagliandi venduti, al punto che l'esaurito contro il Nantes è una notizia, quando fino a poco tempo era la regola) è anche ovvia conseguenza di poche cose da applaudire, ché quando è il caso, nessuno si tira indietro nemmeno a Torino e anzi soprattutto in questo anno così difficile fra giudizi e tribunali, il pubblico bianconero vorrebbe aggrapparsi forte alle cose del campo.

Il quadro romano sembra molto diverso. Mourinho è stato alzato a idolo anche dalla tifoseria giallorossa, come ovunque abbia allenato. È la sua capacità di farsi amare a prescindere, che poi quasi sempre riesce a coniugare con risultati importanti. La Conference vinta un anno fa, non vale certo una Champions, ma resta l'unica Coppa vinta da un club italiano dopo il 2010 e la prima della Roma dopo 50 anni. Mourinho comunica come nessun altro e allora anche il suo denunciare i fischi di domenica, più che un atto d'accusa, sono un modo per chiamare a raccolta il tifo giallorosso in vista della sfida di giovedì al Salisburgo. Tecnicamente, rimontare lo 0-1 dell'andata, anche parecchio sfortunato, non sembra impresa impossibile, anzi. E però Mourinho chiede in quel modo aiuto al suo pubblico. Un arruffapopolo professionista, stavolta a fine non solo personale.

Giovedì, Allegri e la Juventus si giocano a Nantes un pezzo importante della stagione, là dove le Coppe sono l'unico terreno in cui a questo punto la squadra sarà padrona del proprio destino.

Guai a non vincere, ché sennò nel successivo derby di campionato, i fischi non sarebbero riflessi, ma arriverebbero direttamente al bersaglio.

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