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Mazzarri: «Noi e la Roma siamo il calcio che piace Sarà partita-spettacolo»

Il tecnico nerazzurro è ottimista: "Battere i giallorossi ci darebbe autostima". Campagnaro e Jonathan ko

L'allenatore dell'Inter, Walter Mazzarri
L'allenatore dell'Inter, Walter Mazzarri

dal nostro inviato ad Appiano Gentile

Visti i numeri, Mazzarri non ha dubbi: questa partita farà spettacolo. Per il vero Inter-Roma ha lo spettacolo nel Dna, non ha mai negato gol e non si è mai negata al bello del calcio. Ed anche del risultato. Le ultime due partite a San Siro (3-1 in campionato, 3-2 in coppa Italia) sono finite male per i nerazzurri, ma non sono questi i numeri che interessano il tecnico: Roma e Inter hanno subito meno reti e segnato più gol di tutti in campionato. Dunque… «Quasi perfetti! Vorrei continuare su questa strada. Noi e la Roma stiamo facendo un bellissimo calcio. In questo momento siamo fra le squadre che giocano meglio». Insieme al Napoli. E i risultati parlano.

Sarà forse per questa ragione che il sorriso dell'allenatore interista si apre facilmente, nelle risposte non c'è vena polemica ma soprattutto convinzione e motivazione, le parole esprimono un sorriso che resta dentro. Non è l'allenatore un po' preoccupato, tutto dedito alla puntigliosa spiegazione di quanto sia importante la fase difensiva, che si era presentato prima della sfida con la Juve. Questo è un allenatore più convinto della squadra e rassicurato dai risultati. Potrebbe essere la faccia dell'Inter attuale: rinfrancata da gol, classifica e buona difesa.

E la Roma dirà qualcosa? Già, cosa dirà? Dopo Juve e Fiorentina, questo è il terzo esame con trabocchetto ma il tecnico nerazzurro lo affronta quasi ne conoscesse il sapore. «Affronto esami da 13 anni». Dunque niente paura. Piuttosto curiosità. «Sarà un altro step da superare, per dirci a che punto siamo». Il campionato finora ha detto bene: nessuna sconfitta, Inter seconda per numero di reti (3) e seconda per quelle segnate (16). Quell'essere secondi che mette l'acquolina in bocca. Mazzarri fa i complimenti al sergente Garcia («E' concreto, fa poca prosa, i giocatori credono in lui»), si sprofonda per Totti («Un fenomeno, negli ultimi due anni ha ritrovato la vena migliore, sembra un ragazzino») ma gli occhi si illuminano quando parla della sua squadra: «Concediamo poco, sappiamo fare male, così è giocar bene. Vincendo, potrebbe crescere l'autostima. Senza mai alzare lo sguardo». Ovvero: ci sono o non ci sono? Ci credo o non ci credo? L'Inter è stata spesso predatrice di sentimenti per i suoi tecnici: li ha illusi poi delusi, abituati al sapor dolce poi ha fatto provare il fiele. Oggi sembra sulla strada di una rinascita, stesso impianto dello scorso anno ma miglior dimensione.

Stavolta mancheranno due uomini che l'hanno aiutata a rialzarsi: Jonathan e Campagnaro. Molto più preoccupante l'assenza del secondo che ha equilibrato la difesa. Entrambi con problemi fisici: un guaio sotto il piede per l'argentino (fascite plantare?) e un fastidio muscolare per il brasiliano. Giocheranno Rolando e Pereira, non proprio da star tranquilli visto il vispo guizzare di attaccanti e centrocampisti romanisti. Ma Mazzarri sembra vivere sulla nuvoletta dell'ottimismo. Cosa potrebbe rovinargli il gran galà di San Siro? Un imprevisto. «Se siamo pari nei numeri dovrà vincere il gioco. Sarà quello che farà la differenza, magari la Roma con qualche individualità in più». Talento, individualità, gol.

Ovvero: Totti o Palacio? Questo è il problema.

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