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Messi e i suoi fratelli. Tutti i parametri zero che "dopano" il mercato

Leo sbarca a Parigi e Barcellona lo cancella. Covid e liquidità: gli agenti scelgono lo svincolo

Messi e i suoi fratelli. Tutti i parametri zero che "dopano" il mercato

Quaranta giorni esatti. Tanto è durato lo status da disoccupato miliardario di Leo Messi, libero dal primo luglio rispetto al vecchio contratto con il Barcellona e accasatosi da ieri presso la dorata corte dell'emiro Tamim bin Hamad Al Thani. I canali ufficiali del Paris Saint-Germain l'hanno presentato come il «nuovo diamante di Parigi» alle 15.40, appena nove minuti dopo il suo atterraggio in pompa magna all'aeroporto di Le Bourget. Nel frattempo al Camp Nou era già cominciata la rimozione delle gigantografie e di ogni altro riferimento all'ormai ex figliol prodigo, presentatosi alla nuova famiglia con un sorrisone e la scritta sulla maglia «Ici c'est Paris» prima dell'ufficialità, arrivata in serata, quando ha sfoggiato la nuova maglia numero 30.

A pochi giorni dalle lacrime blaugrana per la conferenza d'addio, stamattina alle 11 verrà officiato il matrimonio con un altro appuntamento davanti ai media. Lo svincolato più pesante di sempre ha una nuova dimora e un ricchissimo contratto - a 34 anni - da due stagioni con opzione per la terza. E per la geografia del calcio europeo rappresenta l'ennesimo choc dettato dai parametri zero, i grandi protagonisti di un mercato prosciugato dalla crisi dettata dalla pandemia.

La Pulce argentina è solo l'ultimo dei tanti movimenti a costo zero di questa sessione estiva e nello spogliatoio del Psg troverà altrettanti campioni arrivati alla stessa maniera, vale a dire Donnarumma, Sergio Ramos e Wijnaldum. In Italia il turco Calhanoglu ha seguito l'esempio passando dal Milan all'Inter; in Spagna il Real Madrid si è assicurato Alaba e il Barcellona si sta consolando con gli arrivi gratuiti di Depay, Aguero e del giovane Eric Garcia, subito blindato con una clausola da 400 milioni. Nessuno di questi ha rinnovato con le squadre precedenti, sia per l'effetto più diretto della crisi sia per una centralità ormai evidente di procuratori e giocatori. A proposito, il grande calcio continentale per club è fermo all'ultima notte di emozioni, ossia alla Champions League vinta dal Chelsea grazie al gol di Kai Havertz, per ironia della sorte il colpo più costoso del calciomercato di un anno fa con gli 80 milioni sborsati dagli inglesi al Bayer Leverkusen.

La forte tendenza dei parametri zero contribuirà a far crollare ancor di più il tetto delle spese reali sul mercato in Europa, visto che già nel 2020 era sceso a 3,13 miliardi di euro rispetto ai 5,025 dell'anno prima. I maxi colpi alla Lukaku, con una montagna di soldi messa sul piatto dal solito Abramovic in casa Chelsea, si preannunciano sempre più rari e gli effetti del Covid si faranno sentire a lungo. Non è un caso che manca meno di un anno alla scadenza di tantissimi contratti importanti. In Serie A, tra gli altri, ballano quelli dei vari Ronaldo, Dybala, Belotti, Kessie, Insigne e Brozovic. All'estero potrebbero decidere di non rinnovare altrettanti pezzi da novanta come Mbappé, Pogba, Di Maria, Goretzka e Bale. Un supermercato sempre aperto.

Tutti li vogliono, a patto che siano svincolati.

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