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"La mia vita una sfida con me stessa"

Intervista a Federica Brignone. L'azzurra in gara a Cortina, pista dei Giochi 2026: "Per ora penso a salire finalmente sul podio qui"

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Fede, speranza e Cortina. La prima atleta italiana in grado di conquistare la Coppa del Mondo generale nell'alpino è pronta a buttarsi dal cancelletto di partenza per il trittico di gare nella località ampezzana (oggi la prima discesa, ore 11 Rai 2 e Eurosport). Dove però non è mai salita sul podio. Succede anche se ti chiami Federica Brignone e sei l'azzurra (alla pari con Sofia Goggia, a quota 24) con più vittorie nel Circo Bianco. La valdostana ci riprova, dunque, sull'Olympia delle Tofane: per sfatare questo tabù: «La pista la conosco molto bene e mi sento pronta. Quando sei al cancelletto di partenza il passato non conta nulla, però ogni anno arrivo qui e penso che mi piacerebbe moltissimo salire sul podio. So che posso farlo solo se metto in pista il mio miglior sci».

Federica, se pensa a Cortina cosa le viene in mente?

«Cortina mi fa pensare a Cortina: è una tappa che facciamo ogni stagione, è fantastica, con un panorama incredibile, una pista splendida, siamo in Italia e si mangia bene».

E sarà anche sede dei prossimi Giochi invernali. Si respira già l'aria olimpica a Cortina? Dove si vede tra due anni?

«Non mi passa per la testa pensare ora a Milano-Cortina. Ho fatto 4 Olimpiadi e si respira l'aria olimpica solo nell'anno olimpico».

È un momento d'oro per l'Italia dello sci. Come è andata finora la sua stagione?

«Sono contentissima, anche se ormai siamo a metà. Ho fatto alcune gare meglio, in cui sono riuscita a dare il cento per cento, e di questo sono orgogliosa; e, qualcun'altra dove non ho fatto il cento per cento, forse volevo troppo. Ma se penso agli infortuni capitati ad alcune ragazze, mi sento fortunata a essere integra».

Abbiamo visto una Fede grintosa e pimpante, finora.

«Che inverno è? Me lo sto godendo. Sono in fiducia: è così da quest'estate. L'ultima gara di gigante non è andata benissimo, ci sono rimasta male sul momento, ma poi è passata. Sono serena e tranquilla. So che nello sport si può fare bene e si può fare male».

Il duello con Sofia Goggia continua. Ormai la vostra è una rivalità degna di quelle del grande sport italiano: Bartali-Coppi, Moser-Saronni, Rossi-Biaggi. Vi porta a dare il massimo?

«Mi fa piacere che questo sport sia in un momento d'oro. Sicuramente l'alto livello in squadra aiuta. Più che altro spero di essere di ispirazione per i giovani. Di avere attenzione per me stessa mi frega poco, voglio essere la miglior versione di me stessa. Non mi interessa essere la migliore italiana, ma la migliore del mondo. Quello è l'obiettivo principale».

Come riesce a migliorarsi ancora a 33 anni?

«È una sfida con me stessa. Il nostro è uno sport istintivo, pericoloso, l'istinto ti dice di frenare, ma la cosa bella è spingere oltre i limiti e mettere in campo la versione migliore di noi stessi. Quando riesci a tirare fuori qualcosa come nel caso delle due mie vittorie in gigante a Mont Tremblant e in super-G a Val d'Isere è fantastico. Vivo lo sport per quei motivi, per quelle emozioni».

Lo sci è uno sport individuale, ma condivide tanto tempo con la squadra ed è ormai una veterana. Come interpreta questo ruolo?

«L'essere leader è una cosa che mi fa piacere. Quando le ragazze mi chiedono consigli, cerco di darli nel modo migliore. Mi rende orgogliosa il fatto che le ragazze mi apprezzino. Ci stiamo divertendo. L'anno scorso ci sono stati momenti belli e loro mi hanno spinto a continuare. Mi dicevano: Come faremo senza Fede? Ecco, questo mi rende felice. L'altro giorno eravamo su in partenza con Marta (Bassino), le dicevo: Facciamo così. Ci confrontiamo».

Cosa insegna alle sue compagne?

«Quello che insegno è il rispetto.

Come? Comportandosi nella maniera giusta, perché la cosa più bella è essere un bell'esempio, nel miglior modo possibile, riuscendo a dare sempre il massimo».

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