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"La mia prima vittoria. E ora mi sento rinato"

Colpito nel 2019 da un proiettile: "Felice per il trionfo in Coppa del Mondo. Sogno le Paralimpiadi"

"La mia prima vittoria. E ora mi sento rinato"

Manuel Bortuzzo, il talentuoso nuotatore colpito da un proiettile in una sparatoria per uno scambio di persona a Roma nella notte tra il 2 e il 3 febbraio 2019 e rimasto in sedia rotelle a 19 anni, ha trovato prima la forza di rinascere, come il titolo del suo libro, ed ora anche di tornare a vincere. Il 24enne veneto a Lignano in Coppa del Mondo ha toccato davanti per la prima volta a livello internazionale nei 100 rana s5 sb4 e nei 200 misti sm5. Tra i paralimpici Bortuzzo ha riassaporato il brivido del successo, avvicinandosi così al sogno chiamato Parigi 2024. «Sì - conferma Manuel -, l'obiettivo sono le Paralimpiadi, che sono sempre più vicine. Tra due mesi a Berlino punto a qualificarmi per i Mondiali di Manchester di questa estate e ad entrare in Nazionale».

Manuel, che cosa ha provato in quelle bracciate vincenti?

«È stato bellissimo, era la prima volta che mi affacciavo al mondo paralimpico con atleti che arrivavano da tutto il mondo. Ho riprovato quelle sensazioni di adrenalina che tanto mi mancavano. Non vedo l'ora di tornare a gareggiare».

In questa seconda carriera agonistica, ha scelto la rana. Ha chiesto consigli a Martinenghi?

«Sì, l'ho avvisato che sono pronto a togliergli i record. Scherzo... lui è su un altro pianeta».

Mancano poco più di 500 giorni alle Paralimpiadi.

«Il sogno di ogni atleta è l'Olimpiade, e quindi per me adesso è la Paralimpiade. Mi sento un nuotatore, per questo con il mio allenatore Francesco Bonanni stiamo puntando all'eccellenza. Mi alleno 6 giorni su 7 al Centro sportivo di Tor di Quinto della Polizia di Stato e sono sulla strada giusta. Devo ringraziare le Fiamme Oro che mi stanno dando una grossa mano. Da quando sono tornato in acqua mi sento rinato. I risultati sono solo la ciliegina sulla torta».

Cosa prova in vasca?

«È una sensazione di libertà. Quando penso a un posto dove voglio stare, io penso a quello. Lì sono felice anche quando magari non sto bene. È un po' la cura a tutto».

È tornato a faticare?

«Non è stato facile fare questo step mentale. Ma quando ho iniziato a provare le stesse fatiche, gli stessi dolori, questo mi ha riportato indietro nel tempo. Sono tornato ad essere solo un atleta».

Prima dell'incidente, infatti, lei si allenava a Ostia con Paltrinieri, Detti e la Cusinato.

«Tra di noi c'è sempre grande rispetto, fiducia e stima reciproca. Quello che abbiamo condiviso con l'ultimo gruppo di Greg, Gabry, Ila prima dell'incidente non si spegnerà mai. Continueremo a scherzare e ridere».

Lei non si è mai pianto addosso e anzi la vediamo sempre sorridente. Come ci riesce dopo quello che le è accaduto?

«La chiave per stare bene è fare qualcosa che ti piace. Quando trovi questa chiave di lettura della vita diventa tutto più facile. Cerco di utilizzare tutto quello che viene per provare a mandare un bel messaggio. E far sentire le persone parte di qualcosa, per far sì che non si sentano sole nella loro strada».

Nella sua strada, ha anche trovato in Aldo Montano una sorta di mentore spirituale.

«Siamo grandi amici. Con Montano ho trovato una persona che mi ha dato l'ispirazione di rimettermi in gioco al 110%. Io, invece, gli ho dato un tocco di umanità».

Nella sua vita, quanto sono importanti i tatuaggi?

«Io da piccolo volevo fare il tatuatore. Con il mio miglior amico Alex, che è il mio tatuatore, abbiamo deciso di fare in modo che il mio corpo diventi come una tela su cui dipingere pezzi di vita o che per me hanno un significato. Vorrei avere il primato di nuotatore più tatuato al mondo! Così almeno questo risultato potrò andare a prenderlo. È un'arte che mi è sempre piaciuta, e che apprezzo che sia nella mia pelle».

Lei è una grande attrazione per il mondo del gossip. Adesso è single?

«Sì, non voglio che il gossip mi distragga dal focus della mia vita che è quella di essere un atleta. È un contorno che fa parte del gioco quando diventi un personaggio pubblico, e quindi lo so benissimo. Ma non mi distrae dall'obiettivo che è Parigi 2024».

La popolarità quanto l'ha cambiata?

«Non mi ha cambiato, non mi sento cambiato. Chi mi conosce, sa che sono rimasto lo stesso Manuel di sempre, per fortuna. Mi piace fare le cose di sempre. Continuo ad essere me stesso».

Ovvero? Chi è Manuel Bortuzzo?

«Un ragazzo che si è trovato davanti a una decisione: abbattersi o andare avanti con il sorriso e la forza. Io ho scelto la seconda. Perché vivere ne varrà sempre la pena.

La vita può regalare ancora soddisfazioni».

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