Milano Ivan Gazidis, nuovo ad milanista in quota Elliott, dev'essere un tipo fortunato. Al debutto ufficiale, pur se fisicamente assente ieri da San Siro, ha timbrato con successo il primo cartellino della sua carriera rossonera. Non ha alcun merito, naturalmente. Perché nella contabilità del 2 a 1 meritato ieri dal Milan di Gattuso, la prima cifra attiva è da ascrivere alla condizione fisica eccellente del gruppo. Immaginare che dopo qualche giorno lo sforzo compiuto in Europa league giovedì sera, la squadra avesse tanta benzina nel serbatoio e molte energie da consumare, non era calcolo scontato. Il secondo merito è di un giovane apprendista bomber, Patrick Cutrone, che ha cento difetti tecnici da eliminare ma possiede dentro il sacro fuoco che distingue i giovanotti di avvenire dalle eterne promesse. In un pomeriggio di discutibile spettacolo calcistico, tanti gli errori nei passaggi e negli stop, riesce nell'impresa, poiché non riceve un solo contributo dalla compagnia, di costruirsi da solo il golletto che rimette sui binari il Milan e il risultato. Il terzo dettaglio, fondamentale come il sigillo di Cutrone, è rappresentato dalla prova sontuosa di Tiemouè Bakayoko, capace da solo e in coppia con Kessiè, di dare forza, coraggio e propulsione a tutta la squadra, sorretta da questo gigante francese accolto nei mesi passati con un quoziente eccessivo di sfiducia.
Come accaduto nel passato per tantissimi suoi colleghi, è cosa buona e giusta attendere che un francese, trapiantato dal calcio inglese, prenda confidenza con metodi d'allenamento, modalità tattiche e intese del calcio italiano. Adesso, a distanza di qualche mese dall'estate, si può dire che Bakayoko è il pilastro che tiene in piedi l'intera impalcatura rossonera nei giorni complicati dall'incredibile emergenza (traduzione: assenze tra infortunati e squalifica di Higuain). In assenza di Biglia, che sembrava una jattura per Gattuso, lo spilungone francese ha preso lo scettro del gioco e anche della fase difensiva e ha ridato spessore alla trincea di centrocampo oltre che sicurezza. Da quella parte il Parma ha fatto una fatica enorme a trovare varchi e a vincere qualche duello. Cutrone ha dato la scossa, l'ingenuità di Bastoni (rigore provocato e segnalato dal Var) ha fatto il resto per completare l'ennesima rimonta rossonera determinata anche da un diverso assetto tattico (passaggio al 4-4-2) con l'inserimento di Borini. Gattuso, che sa prendere spunto persino dalle censure più aspre, appena subito il gol di testa su angolo da Inglese ha subito provveduto al cambio e non solo per la presenza in tribuna di Matteo Salvini. Fatto sta che per la prima volta è quarto in classifica in solitaria.
Non sono mancati gli scarabocchi. Perché il Milan, ritornato davanti, ha avuto a disposizione almeno 4-5 contropiedi che se sfruttati al meglio avrebbero di sicuro reso il risultato più rotondo e cancellato le apprensioni patite nei minuti finali quando il Parma si è rovesciato con la batteria dei suoi attaccanti in avanti.
Giusto così, alla fine però. Perché Donnarumma, in quelle curve finali della sfida, è rimasto senza lavoro. Hanno provveduto alla bisogna i suoi sodali tra i quali Abate, da centrale, è da considerare un'autentica rivelazione.
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