Ci vuol poco a mettere giudizio. E a diventare, d'improvviso, cinico e spietato. Così il Milan di ieri sera, sull'orlo dell'abisso spicca un volo strepitoso che lo porta al cospetto della nobiltà europea e nella coppa più prestigiosa. Promosso a pieni voti, con un largo e rotondo 3 a 0 che non racconta degli assalti olandesi, tutti finiti tra gli artigli di Abbiati, il portiere delle papere e dei miracoli, tornato un polipo. Con i suoi tentacoli prende anche i proiettili sparatigli da due metri. Per trasformare la sera del rischiatutto nel prestigioso riscatto c'è bisogno del miglior Boateng in formato bomber e di altre prestazione d'alto livello (El Shaarawy, De Sciglio) che cementano una squadra incapace di cancellare i suoi difetti atavici (difesa ballerina, centrocampo di ridotta qualità). Adesso che la Champions è presa, il Milan può concentrarsi sul recupero in campionato perché è già in ritardo e il Cagliari non è un cliente molto comodo. Il calcio praticato non è granchè ma a volte serve anche concretezza, oltre che un portierone per tenere a bada il Psv che si arrende solo quando finisce sotto di tre gol. Si ammirano anche il cuore di Montolivo e l'abilità di Poli appena arrivato dalla panchina. La pasta è buona, bisogna lavorarla con sapienza.
Anche il Psv è una banda di ragazzotti eppure son dotati di sufficiente coraggio per entrare a San Siro quasi pieno e senza avvertire alcun complesso prendersi la responsabilità di fare la partita. Un gol, per loro, è decisivo: attraverso questa strettoia passa la clamorosa qualificazione. E infatti la testa di Matavz segnala subito la solita distrazione di Zapata e chiama a raccolta Abbiati che non deve godere di particolare stima dalle parti di Eindhoven. Infatti cominciano a tirargli da piazzale Lotto nella speranza che si impappini come all'andata. Mal gliene incolse visto che il portiere è in una di quelle magiche serate che servono a fargli rinnovare puntualmente il contratto: dimostrazione plastica in avvio di ripresa quando mura il destro a colpo sicuro di Wijnaldum, solo e smarcato. Al primo tiro in porta della sera il Milan, e chissà se è un segnale divino, passa davanti. Di sicuro Boateng sembra scortato da un'altra testa e da un'altra condizione, molto simile a quelle del primo anno tricolore vissuto a Milanello: il suo destro dal limite è una rasoiata che taglia la gola del portiere olandese ma non cancella gli affanni e le insicurezze dei suoi. I quali continuano a cedere il controllo del gioco nell'evidente intenzione di colpire all'improvviso come può accadere su temeraria incursione di De Sciglio chiusa da un assist perfetto che El Shaarawy scaglia sulla traversa, schiantandola. Si dispera il faraone e forse ha qualche motivo per farlo: non gli gira per il verso giusto come dimostra la palletta della ripresa con cui sfiora il palo lontano. Utilissimo il cicchetto ricevuto dopo Verona perché il giovanotto si impegna in cento scatti e tante generose rincorse. Fa niente se non entra nel tabellino: c'è tutto il tempo.
Al primo tiro in porta della ripresa, il Milan raddoppia: questa volta vincente è una combinazione tipo flipper, promossa dall'angolo di El Shaarawy, spizzata da Mexes e conclusa sotto la traversa da Mario che trova anche il modo per farsi ammonire puntualmente (tre partite ufficiali, 1 gol, 3 gialli) dopo generosi e decisivi recuperi nella propria area da difensore. Se riuscisse a frenare i suoi istinti peggiori, sarebbe già classifica del Pallone d'oro. Neppure il raddoppio sembra cancellare le ansie milaniste.
C'è bisogno del terzo strepitoso sigillo per spegnere il Psv e riaccendere le luminarie di San Siro rossonera: la giocata Balotelli-Poli-Boateng è un ricamo d'alta scuola che infiocchetta la serata milanista.
E adesso Galliani può concentrarsi sul mercato: ha pochi giorni a disposizione ma forse il contratto per Matri è già nel cassetto, nonostante la bocciatura della curva amica. Non sono escluse sorprese. Ma immaginare spese d'altri tempi significa coltivare pie illusioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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