Il solito El Shaarawy nasconde i soliti pasticci

Rossoneri subito sotto 2-0 anche per gli svarioni di Abbiati Poi dominano la ripresa e due gol del Faraone evitano il ko. Juve fermata da Marchetti, riapre la caccia

Il solito El Shaarawy nasconde i soliti pasticci

L'effetto B è sotto gli occhi di tutti. Solo un Milan in grande salute, guidato da un bomber col piede caldo e di grandissimo futuro, El Shaarawy, può riuscire nell'impresa di ieri sera a Napoli. Già, perché di impresa vera e propria si tratta: passare dallo 0 a 2, responsabilità assoluta e intera di Abbiati, il portiere, al 2 a 2 non può capitare tutti i giorni. Specie al cospetto di un Napoli, lanciatissimo all'inseguimento della Juve. Solo un Milan gagliardo, con il temperamento di ferro, può dominare in lungo e in largo il rivale meglio attrezzato e meritare persino qualcosa di più del terzo pareggio esterno della stagione. Rimonta ennesima, a dimostrazione che il lavoro comincia a pagare. L'effetto Berlusconi è evidente ma forse il miglior Milan ammirato fin qui coincide con una serie di prestazioni di segno positivo: da Acerbi e De Sciglio in difesa, per finire a De Jong, scoglio frangiflutti a metà campo, e per concludere persino con Boateng e Robinho che da qui alle prossime settimane possono riportare il sole a Milanello.

Se si sveglia Boateng, si addormenta Abbiati, il portiere protagonista di una stagione orribile, su una palletta innocua di Inler da 30 metri addirittura. Se De Sciglio e El Shaarawy apparecchiano la stoccata che riapre prima del gong la questione, è sempre il portiere rossonero a tradire la patria facendosi beffare tra le gambe dalla girata, anche questa tutt'altro che irresistibile, di Insigne. Dopo mezz'ora sembra servita un'altra sconfitta, la settima della serie. Come si può capire, al Milan di Allegri non ne va bene una e questa volta, come contro la Fiorentina, sono proprio i più esperti del gruppo a denunciare un rendimento scadente. Allora Mexes, ieri sera Abbiati. Mazzarri tra l'altro non cerca altro, visto che ha vocazione al contropiede e pensa di sfruttarlo al meglio delle caratteristiche dei suoi negli spazi che si aprono dopo appena 5 minuti. Se Montolivo, tra i più vivi della compagnia milanista, sfiora subito il golletto del pari, è Constant che rischia di regalare in uno sciagurato disimpegno il possibile 3 a 0. Eppure il Milan, nel gioco e nel possesso palla, due dati significativi, è tutt'altro che alla mercè del Napoli che invece soffre in particolare la posizione di Boateng a destra e non è così efficace nel ripartire per una serie di errori di mira registrati nelle occasioni buone per mettere al sicuro il risultato (di Cavani e Hamsik le golose occasioni della ripresa).

Sotto la pioggia, il Milan ha gambe e cuore sufficiente per inseguire il recupero fino alla fine mettendo pressione alla difesa napoletana e costringendo Mazzarri a un paio di correzioni dello schieramento per renderlo meno arrendevole dinanzi alle fiammate del Milan che si avvale della presenza anche di Pazzini (sostituto di Montolivo spolpato dalla fatica) e di Robinho (cambio dato a Boateng ormai sfinito) e perciò col solito attacco a 4 punte. Il premio si sviluppa attraverso una geometrica intesa a tre con la serpentina di Bojan e l'assist di Robinho (prima palla toccata) per El Shaarawy che effettua il solito taglio alle spalle di Gamberini per firmare il suo decimo sigillo stagionale. Il finale è di un calcio d'altri tempi: perché Allegri aggiunge anche Niang mentre Mazzarri tenta la carta della disperazione, Vargas, dopo aver precocemente richiamato Insigne. Napoli e Milan diventano due tronconi: uno che attacca, l'altro che difende fino in fondo al recupero.

E' sempre il Milan a chiudere in avanti mentre il Napoli si dispera per l'ennesima occasione persa di accorciare le distanze rispetto alla Juve. El Shaarawy, per una sera, può sentirsi meglio di Cavani. Sul trono del gol resta la sua cresta che adesso spunta come una bandiera.

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