Milan d'Arabia per un miliardo di motivi

Trattativa ormai avviata, entro l'estate possibile il passaggio per 1.100 milioni di dollari

Milan d'Arabia per un miliardo di motivi

Sarà un Milan d'Arabia. Non domani ma nei prossimi mesi. La notizia data da l'Équipe in esclusiva e poi rilanciata dalle agenzie Reuters e Bloomberg ha stravolto la placida vigilia di Milan-Genoa e provocato uno tsunami mediatico. Il fondo del Bahrain Investcorp, fondato nel 1982, 37,6 miliardi di dollari gestiti, sedi in 12 paesi tra cui Usa, Europa, India, Cina e Singapore, ha allacciato una trattativa in esclusiva per l'acquisizione del club rossonero, valutato - secondo fonti vicine all'operazione - 1,1 miliardi di dollari. Per la prima volta, con un corretto costume di comunicazione, Elliott non ha commentato la notizia mentre in passato ha sempre fatto uscire, in forma riservata, smentite secche. Investcorp non è un fondo sovrano ma è partecipato, al 20%, dal fondo sovrano di Abu Dhabi Mubadala, per intendersi lo stesso che ha acquistato il Manchester City, ha 460 dipendenti e Mohammed Faadhi Alardhi, il presidente esecutivo dal 2015, è un ex militare oltre che presidente di Bank Sohar.

Quello nel Milan sarebbe il primo ingresso nel mondo del calcio ma non in Italia perché in passato hanno firmato partnership apprezzate con Gucci e Riva. Il fondo Elliott è subentrato al misterioso cinese Yonghong Li nel 2018 ereditando una situazione tecnico-finanziaria disastrosa, confermata puntualmente dall'ammontare delle perdite accumulate e dalla scarsa cifra tecnica del team rossonero allestita dal tandem Fassone-Mirabelli. In meno di quattro anni il nuovo management (Gazidis sul fronte operativo e Boban-Maldini poi Maldini e Massara per l'area tecnica), grazie al cambio decisivo del tecnico (da Gattuso a Giampaolo e poi a Pioli), è riuscito a risanare i conti. Il prossimo bilancio del 30 giugno chiuderà con un passivo tra 40 e 60 milioni, dimezzato rispetto a quello precedente, senza perdere competitività in campionato dove ha lottato da due stagioni per lo scudetto.

Fino a ieri Elliott ha investito nel Milan una cifra che si aggira intorno ai 650 milioni di euro. L'eventuale cessione a 1 miliardo procurerebbe la plusvalenza immaginata all'ingresso. Investcorp non è stato il primo pretendente del Milan. Altri fondi hanno chiesto informazioni e quotazioni sul conto del Milan che rappresenta - nel panorama italiano - una sorta di unicum: zero plusvalenze, zero debiti con le banche, zero bond da rifinanziare e un team con una età media tra le più giovani della serie A. Il fondo arabo ha interessi anche nel settore delle infrastrutture e il progetto del nuovo stadio di Milano (tra fine aprile e i primi di maggio sarà pronto quello esecutivo da presentare al Comune), sembra rappresentare la chiave di lettura più autentica dell'operazione.

A casa Milan l'esclusiva francese ha provocato un evidente disappunto. «A poche ore dalla sfida col Genoa non ci voleva» l'unico commento raccolto. A dire il vero lo stesso quotidiano sportivo parigino aveva anche raccontato di un faro dell'Uefa sugli intrecci tra Lille-Milan ed Elliott giudicati «una serie di imprecisioni». È noto che il fondo di Singer ha finanziato il proprietario del Lille che ha poi ceduto a Merlyn, altro fondo e che la restituzione del prestito (ultima rata da 50 milioni) sarà completata - come da contratto - entro la prossima estate.

Piuttosto, in attesa degli sviluppi dell'operazione giunta alla fase conclusiva (entro l'estate, ndr), bisognerà capire poi le mosse operative del nuovo azionista del Milan in materia di governance. Scontata la conferma dell'area tecnica che ha lavorato benissimo, da capire se anche Gazidis, ad di fiducia di Elliott, resterà a casa Milan anche in futuro.

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