Milano. Stefano Pioli è un eccellente incassatore. Possono cadergli tra i piedi fulmini e saette ma lui, imperturbabile, procede per la sua strada senza un solo cedimento alla pratica del piangina. Viaggiando, senza particolari fibrillazioni, verso la panchina numero 100 da quando è al Milan («ricordo l'emozione della prima, saranno più interessanti quelle che verranno» la chiosa). Eppure il bollettino ultimo di casa Milan per Bologna è un altro rosario di contrattempi e assenze che sembrano non finire mai. Il totale è diventato di nove rottoneri adesso. Perché a Maignan e Plizzari (due portieri lungo degenti, tre mesi ciascuno), si sono via via aggiunti Florenzi, Messias, Theo Hernandez e Brahim Diaz colpiti dal virus, quindi Kessie bloccato da influenza e Rebic la cui caviglia non è ancora a posto. Ultimo della fila è Pellegri, rimasto a casa «per una infiammazione»: infiammazione da cosa? verrebbe da chiedersi visto che ha giocato uno spezzone a La Spezia e basta.
Allora forse c'è da interrogarsi sull'usura di alcuni esponenti del recente mercato lasciando in pace Pioli e il suo staff. Non solo. I due principali eversori, Ibra e Giroud, sono anche loro sulla lenta strada della migliore condizione: quindi dovranno fare ancora una volta staffetta, comincia magari Zlatan e poi entra il francese che ha bisogno di prolungare, test dopo test, la durata della prestazione. «Ho buoni cambi a disposizione» è la risposta orgogliosa di Stefano Pioli che sul punto non concede spazio ad alcuna discussione. Anche perché esibisce il ritorno tra i convocati di Oporto di Conti e Castillejo e questo gli basta.
Di sicuro il Milan ha bisogno di mettere da parte per il prossimo trittico italiano (Bologna fuori, Torino in casa, Roma all'Olimpico) anche l'oziosa discussione sulla convenienza di concentrare le migliori energie al campionato piuttosto che alla Champions. «È sempre meglio intraprendere un viaggio impossibile che restare fermo» è la risposta sull'argomento del tecnico che invece è molto più severo sulla prova in Portogallo («modesta») così da chiamare i suoi a cancellarla e a ritrovare la compattezza difensiva persa rispetto ai precedenti turni e non solo per l'opaca prova di Tomori che può anche riposare a Bologna visto che sul pilone Arnautovic può sorvegliare Romagnoli («ho tante alternative in quel ruolo» la frase civetta). «Dobbiamo imparare dai nostri errori» è l'ultimo richiamo del tecnico che ha le pedine contate e non soltanto per uno sgambetto del destino cinico e baro.
Forse in materia una riflessione per la finestra del mercato di gennaio andrebbe fatta in largo anticipo, visto che già le partenze di Bennacer e Kessie per la coppa d'Africa sono state messe nel conto e per questo motivo è arrivato in soccorso Bakayoko e magari anche il prenotato Adli potrebbe anticipare lo sbarco a Milano. Di sicuro l'utilità di Pellegri sarà un tema da affrontare.
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