Il Milan con il fattore K non si è fermato a... Empoli

Una doppietta di Kessie spostato trequartista regala il secondo posto solitario sotto l'albero a -4 dall'Inter

Il Milan con il fattore K non si è fermato a... Empoli

È questa la qualità migliore dell'ultimo Milan, frenato nella sua corsa da una media sconsolante (8 punti nelle precedenti 7 partite): l'umiltà. Se capisce di essere di cortissimo fiato, con i ricambi ridotti all'osso, senza Ibra e un Giroud a mezzo servizio in attacco, trova nei colpi di un gigantesco Kessiè presentato tre-quartista e più tardi nelle imprese balistiche dei suoi terzini (Florenzi e Theo) l'occasione per cancellare le ultime amarezze e chiudere il girone d'andata a quota 42, un punto in meno della passata stagione condotta da capolista fino a febbraio e al capitombolo di La Spezia. L'Inter scappata avanti nel pomeriggio non riesce a scrollarselo di dosso e dall'inizio del 2022 dovrà continuare a fare i conti con Pioli&C. a condizione che recuperino tutti i grandi assenti.

Si può definire la mossa del cavallo. Nella curva più insidiosa di questo dicembre deludente, Stefano Pioli punta su Kessiè trequartista per tentare di risolvere in un colpo solo un paio di problemi (pochi gol dei centrocampisti e stanchezza fisica). A giudicare dalla prima frazione la mossa risulta una genialiata perché il presidente firma un paio di gol con cui rianima artificialmente il Milan appesantito nelle gambe e fin troppo arrendevole al cospetto dell'Empoli. Nel cielo di Empoli c'è una luna quasi piena, è la faccia di Frank che trova al primo decisivo assalto il destro potente e vincente. Curiosità: nell'occasione Giroud si ritrova un'altra volta sdraiato per terra ma nessun varista può intervenire.

L'Empoli però è quel che riferisce la sua striscia (5 risultati utili, successi con la Juve e a Napoli), la sua corsa e quel rombo a centrocampo sono fatti apposta per far saltare la prima barriera rossonera e aprire varchi in attacco. Così in capo a 6 minuti Bajrami chiude nell'angolo un rinvio maldestro della difesa che ha perso la bussola dal giorno del ko di Kjaer. La conferma è la palla lasciata da Tomori che Pinamonti devia chiamando Maignan finalmente a un intervento preciso. Nel finale della frazione l'ennesimo blitz di Kessiè produce il 2 a 1 che è una mezza beffa per Vicario: la palla gli passa tra le gambe.

Giroud è un sacco vuoto di energie, tutti gli altri hanno il serbatoio in riserva e Pioli deve battibeccare col francese per spingerlo a sacrificarsi in rincorse. Sono indispensabili per aiutare il gruppo. All'alba della ripresa due episodi s'intrecciano l'uno dentro l'altro: Kessiè viene sgambettato in area toscana da Zurkowski, Bajrami sulla ripartenza centra la traversa a colpo sicuro. Di qui il battibecco tra i due tecnici. Dopo l'ora di gioco tocca a Florenzi congedarsi dalla sfida con una prodezza balistica: su punizione dal limite, con Messias che si abbassa di giustezza, trova l'angolo scoperto per il primo gol in rossonero.

Per chiudere i conti c'è bisogno del sigillo di Theo Hernandez servito al bacio da Saelemaekers: il suo sinistro è un tracciante che restituisce il sorriso anche all'altro francese, febbricitante fino a domenica scorsa. Il rigore di Pinamonti (per tocco di mano di Bakayoko) è l'ultima disavventura dell'anno in casa milanista.

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