Milan-Lazio è ormai da dentro o fuori. Ma per il Diavolo

I rimpianti di Pioli ("sprecati troppi jolly"). Partita che sa di prova generale per la sfida con i cugini in Champions

Milan-Lazio è ormai da dentro o fuori. Ma per il Diavolo

Milano. Uno sguardo al recentissimo passato - quel pareggio deludente con la Cremonese («so quel che faccio e perché lo faccio») - e uno all'immediato futuro, alla Lazio di oggi pomeriggio (70 mila i biglietti venduti) che è poi l'ultimo treno a disposizione per arrivare in tempo utile all'appuntamento con la prossima Champions league.

«Troppi jolly buttati via» uno dei rari rimpianti a cui ha ceduto Stefano Pioli il quale non teme affatto il confronto sulle scelte di ieri, oggi e domani quando la presenza della Lazio a San Siro e il primo euro-derby successivo lo costringeranno a puntare sullo stesso schieramento, i titolarissimi per intendersi al volo. E in particolare lo stesso gruppo dello scorso anno, senza Kessiè e Romagnoli nel frattempo partiti per altri lidi.

«Non c'è un Milan 1 e un Milan 2» continua a ripetere il tecnico rossonero arrivando fino al punto di segnalare, riferito a mercoledì scorso, il discutibile contributo dei titolarissimi entrati a mezz'ora dalla fine, Leao e Giroud tra gli altri («hanno peggiorato la situazione»). Pioli è schierato a difesa convinta e in qualche caso dovuta, al mercato estivo non solo perché è un fedele aziendalista ma perché ricorda bene da dove è partito il suo Milan e dove è arrivato in queste ore. «Il gioco non è peggiorato, la squadra è in salute, siamo mancati in lucidità sotto porta e concretezza» la sua sintesi che fa rima con un'altra considerazione di fondo.

«Non dimentichiamo che l'anno scorso abbiamo dato il meglio dopo essere usciti dalla Champions, siamo stati eccezionali nel vincere lo scudetto e ora siamo stati eccezionali nel raggiungere la semifinale di Champions»: ecco la spiegazione plastica dei ritardi accumulati in campionato che si possono comprendere meglio ricordando che tra le 12 squadre semifinaliste delle tre diverse coppe europee c'è soltanto il Manchester City di Pep Guardiola in grado di competere per vincere anche il campionato.

Dev'essere anche per questo motivo che la proprietà innanzitutto, oltre che l'area sportiva naturalmente, sono schierate dalla parte del tecnico.

«Sono continuamente al nostro fianco» è il riconoscimento pubblico pronunciato da Stefano Pioli, quasi a sottolineare indirettamente il diverso trattamento riservato a Simone Inzaghi, criticatissimo per le 11 sconfitte in campionato.

A dire il vero anche tra i tifosi milanisti non mancano i contestatori di Pioli («io ne incontro tanti di tifosi che sono entusiasti») il quale almeno in pubblico non cambia idea dinanzi al rendimento scadente di CDK «lui non si deve arrendere») e prova a spiegare l'assenza di Rebic dalla sfida contro la Cremonese con scelte strategiche per mascherare probabilmente l'insoddisfazione riferita allo stato di forma del croato. Perciò con la Lazio è un anticipo di Champions: non ci sono vie di mezzo, dentro o fuori per via di una striscia di risultati (2 vittorie e 4 pari nelle ultime 6) modesti.

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