Milan-Napoli con i cerotti "chiama" fuori i secondi

Pioli avvisa i cugini: "Gli scudetti non si vincono a dicembre". Spalletti: "Noi con dentro il Vesuvio..."

Milan-Napoli con i cerotti "chiama" fuori i secondi

I ritardi del Milan sono vistosi: Napoli imbattuto a San Siro da sette anni. Altrettanto la contabilità di Pioli nei confronti di Spalletti: su 10 sfide complessive 3 pareggi e 7 sconfitte alcune delle quali coincise con due esoneri addirittura. «Non sapevo di questa statistica, spero che il Milan mi aiuti a superare anche questo step» è la replica serena dell'interessato che sembra più preoccupato dal presente che dall'incidenza del passato. E qui, almeno qui, Milan e Napoli giocano in pratica alla pari. Perché Pioli ha dall'inizio della stagione le sue piaghe, Spalletti le ha scoperte di recente e non sono da meno. «Non accetto il giochino degli infortuni» tuona da Castel Volturno Lucianone prima di partire per Milano. L'elenco di casa sua è proprio pesante: Mario Rui, Fabian Ruiz, Insigne, Osimhen e Koulibaly non convocati. 16-17 giocatori li abbiamo e bastano per giocare contro chiunque» è il messaggio trasmesso più ai rivali che ai suoi ai quali tra l'altro chiede anche scusa per la doppia squalifica, «so di aver penalizzato la squadra» riconosce chiudendo una piccola ferita. «Dobbiamo averlo dentro il Vesuvio non sulla cartolina» il nuovo motto utile per i suoi.

A dire il vero anche Pioli, sul punto, non se la passa meglio. Anche qui elenco nutrito di assenti: Calabria, Kjaer, Leao, Rebic, forse anche Theo Hernandez («più no che si dopo lo stato influenzale»), con Giroud appena guarito in panchina e Romagnoli che ieri non si è allenato per qualche linea di febbre. «Senza gli infortuni, l'anno scorso avremmo vinto lo scudetto» è il rimpianto che si trascina dietro Pioli senza riuscire a chiudere il dibattito sulla questione centrale del Milan (il numero industriale di infortuni muscolari) che procura malumori e accuse strampalate sul web. «Sono ottimista, lavoriamo per trovare soluzioni, è stato un mese difficile per noi, abbiamo cercato d'incrementare il lavoro di recupero e prevenzione» la spiegazione teorica che nulla aggiunge alle cause del fenomeno, ripetuto per la seconda volta in questa stagione. «Il primo anno abbiamo fatto 66 punti, il secondo 79, mi piacerebbe questa volta superare all'andata quota 43 dell'anno scorso. Di sicuro gli scudetti non si vincono a dicembre» è l'unica risposta orgogliosa destinata all'euforia di casa Inter e nei confronti di chi considera il Milan già precipitato a metà classifica.

Per chiudere meglio il girone dovrebbe vincere le ultime due, Napoli ed Empoli: non proprio una missione... semplice! Il tema piuttosto è un altro: nelle ultime due (Liverpool e Udinese) il Milan è apparso stanco, senza risorse (tranne Ibra), incapace di difendere bene come quando lì dietro comandava il danese. «In effetti nelle ultime due non abbiamo giocato bene» è la concessione di Pioli alla critica. Non solo.

Ma è successo anche altro. Sull'esempio del Sassuolo di Dionisi, molte squadre hanno cominciato a difendere molto alti per lasciare spesso Ibra in fuorigioco. «Dovremo fare le scelte giuste» la raccomandazione di facciata.

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