Terzo posto e non solo. Da ieri è spuntato ufficialmente, nel quartiere generale del Milan, il secondo obiettivo della real casa. Segnalato dalle parole di Silvio Berlusconi, in grande forma, arrivato, secondo tradizione (cambiato solo il giorno, di sabato invece che di venerdì), a Milanello per l'incontro che ha dato il via al 2015 calcistico di color rossonero. «Ho sostenuto in epoca non sospetta che non avrei cambiato la rosa del Milan con quella della Roma e aggiungo nemmeno con quella della Juve» uno dei passaggi presidenziali dinanzi al gruppo riunito per l'occasione. Ai complimenti per l'amichevole di Dubai, si è aggiunta la missione numero due della stagione: alzata ulteriormente l'asticella, da sempre fissata all'altezza del terzo posto in campionato. «Questa rosa è in grado di competere anche per provare a vincere la coppa Italia» il secondo traguardo citato da Berlusconi che ha diviso in tre momenti il suo ritorno a Milanello: dapprima il predicozzo allo spogliatoio e il battesimo di Cerci («da 3 anni lo aspettavamo, finalmente è arrivato»), ultimo giunto a corte, poi la colazione con Pippo Inzaghi e lo staff tecnico, infine l'incontro con Primavera e Beretti, due squadre del settore giovanile e i loro rispettivi allenatori, Brocchi e Nava.
A proposito di Cerci: il Milan ha provato ad accelerare l'iter burocratico per ottenere il pass che può consentire all'attaccante ex Toro di sedere in panchina a San Siro nella sfida di martedì 6 gennaio col Sassuolo. Il regolamento, in materia, è rigidissimo: gli incartamenti provenienti da Madrid devono giungere a Roma entro le ore 15 di lunedì, 24 ore prima dell'eventuale utilizzo in campionato. Con l'arrivo di Cerci il Milan ha centrato in modo plastico uno degli input di Silvio Berlusconi, ripetuto a più riprese negli ultimi mesi. «Dalla sera della finale di coppa Italia in cui ho visto schierate in campo due squadre con calciatori stranieri per la stragrande maggioranza, ho cominciato a pensare che il Milan dovesse dare l'esempio e imboccare la rotta italiana» la svolta presidenziale tentata già ai tempi di Arrigo Sacchi. Divertente poi il siparietto con El Shaarawy, tornato rinfrancato dai due gol firmati contro il Real cui ha fatto seguito una telefonata del presidente: a lui e a Cerci sono stati dedicati un paio di hip hip hurrà con Berlusconi in piedi a ritmare l'incitamento. Prima di dare appuntamento per martedì, Berlusconi ha ripetuto il suo ottimismo nei confronti del Milan, «sono sicuro che riuscirete a diventare la migliore squadra della seconda parte del campionato», e invitato il gruppo «a non sottovalutare nessun rivale, a cominciare dal Sassuolo».
A pranzo con Inzaghi e i suoi collaboratori, il presidente ha chiesto informazioni dettagliate sullo stato di salute del gruppo (Bonera ko, lesione muscolare di primo grado all'adduttore sinistro, idem Mexes che è anche squalificato, recuperati invece a pieno titolo invece Abate, De Sciglio e Rami), sull'esito dei primi test a cui è stato sottoposto Cerci (non ha lo smalto migliore, ha giocato poco nell'Atletico Madrid e dovrà recuperare la migliore condizione con un graduale inserimento) e concluso il vertice con una delle sue battute destinata proprio a Pippo, l'allenatore del nuovo corso fin qui protetto e coccolato come era successo forse solo al primo Arrigo Sacchi. L'ultima parte dell'intervento presidenziale è stata dedicata al mercato che verrà.
«Non abbiamo bisogno di aspettarci rinforzi, abbiamo una rosa equilibrata, con due squadre di titolari che possono garantire il ricambio per infortuni e squalifiche e sono in grado di riportare il Milan là dove è sempre stato negli anni passati» il passaggio più significativo che sembrerebbe preludere alla riconferma in blocco dell'attuale gruppo. Eppure le voci di mercato non si sono placate: l'ultima informa di un interesse per il centrocampista dell'Atletico Mario Suarez.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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