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Il Milan perde Tomori. I prati "stressati" della A sempre più nel mirino

Otto gare in 17 giorni a S. Siro. I tifosi: colpa del campo. Già criticato da Pioli, Klopp e Lautaro

Il Milan perde Tomori. I prati "stressati" della A sempre più nel mirino

Il conto del martoriato prato di San Siro è salatissimo. La Supercoppa e la Coppa Italia nel giro di 24 ore hanno aperto una voragine nella difesa del Milan, già orfano di Kjaer e Romagnoli e costretto a rinunciare anche a Tomori, uscito dal campo dopo soli 23' contro il Genoa. Dalle parole di Pioli («non ha avuto torsioni o un trauma diretto, ma ha sentito qualcosa di strano al ginocchio mentre correva») si è passati ben presto allo spietato bollettino medico e all'operazione in artroscopia di ieri pomeriggio: lesione del menisco mediale del ginocchio sinistro, ci vorrà almeno un mese prima di rivederlo in campo. Salterà sia la sfida contro la Juve, sia il derby contro l'Inter di inizio febbraio.

Da «terreno osceno» a «campo indegno», sui social la ribellione rossonera non si è fatta attendere, ma il problema travalica i confini di una singola squadra perché dalla ripresa dell'Epifania al Milan-Juve del 23 gennaio il conteggio di San Siro parla di 8 partite in 17 giorni. Se si parte dalla Supercoppa le partite sono addirittura 6 in 11 giorni.

Non c'è tregua per un manto erboso finito più volte nel mirino della critica, con una situazione destinata a peggiorare visto che la sosta natalizia non ha portato alcun effetto benefico. L'ultimo precedente polemico risale a poco più di un mese fa, quando Milan-Liverpool di Champions League fece storcere il naso a molti. «San Siro in questo momento non ha un terreno di gioco adatto. Ne ho parlato anche con Klopp prima della gara e mi ha confessato che il terreno di Anfield è un'altra cosa» aveva attaccato Pioli, ammettendo tutte le perplessità del collega. Tra l'altro il tecnico dei Reds dovrà anche tornare sul luogo del delitto, visto che il 16 febbraio c'è Inter-Liverpool in Champions. Sull'altra sponda del Naviglio, in casa nerazzurra, i pareri non sono differenti, visto che l'ultimo a lamentarsi in ordine di tempo è stato Lautaro Martinez a inizio dicembre: «Facciamo fatica a fare il nostro gioco su questo campo. Stiamo lottando per cose importanti e il campo deve essere all'altezza. Non va bene presentare un terreno di gioco in queste condizioni».

Da Milano a Roma non se la passa di certo meglio lo Stadio Olimpico, subissato di critiche già a novembre con la frenetica alternanza di Roma, Lazio e Nazionale italiana di rugby. Se il tecnico biancoceleste Sarri non aveva usato giri di parole («è indegno per questa città»), Mourinho non era stato certo da meno: «Non è un campo facile, anzi è il peggiore di tutta la Serie A. Sembra bello, ma è pieno di sabbia». Proprio loro, San Siro e l'Olimpico, che dovrebbero essere i principali campi d'Italia.

Meglio guardare altrove, anche perché l'erba del vicino è sempre più verde.

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