Alla borsa del campionato, il punto conquistato nel derby vale un punto. Ma anche in questo caso squisitamente calcistico uno non vale uno. E le spiegazioni sono da mettere in fila per coglierne il senso perché anche i punti in classifica, come i gol e i voti, si contano ma anche si pesano. Il Milan di Pioli ha chiuso il ciclo della seconda sosta restando in testa col Napoli, lasciando l'Inter a meno 7 e perdendo punti solo con Lazio, Atalanta e Juve che sono distanziate. Il secondo motivo è che alla ripresa, oltre a contare sul recupero degli effettivi (a domenica notte l'unico infortunato risultava Romagnoli), deve impegnarsi in una striscia (Fiorentina, Sassuolo e Genoa il 1 dicembre) che è sicuramente meno proibitiva di quella del Napoli (Inter, Lazio e Atalanta gli appuntamenti di Spalletti). Di sicuro dal derby Stefano Pioli è uscito con la certezza di avere a disposizione, come sostituto di Maignan (rientro previsto a gennaio), un portiere di grande garanzia come hanno dimostrato in sequenza le parate col Porto e il prodigio sul rigore di Lautaro che di fatto ha evitato una piega rovinosa alla sfida.
Tatarusanu è il ritratto della serenità e della sicurezza. Per sua fortuna ha poco frequentato i social e zero letto i giudizi che l'hanno accompagnato in porta quando Maignan è entrato in clinica per farsi operare al polso sinistro. «Non mi sono mai sentito un secondo» ha ripetuto con la calma e la pacatezza dei forti nell'intervista di qualche giorno fa a il Giornale senza mai indulgere a quegli atteggiamenti da ganassa.
È stato definito l'eroe che non ti aspetti: lui non si è certo sorpreso e probabilmente anche qualche suo sodale tipo Kjaer col quale ha avuto anche qualche battibecco professionale nelle passate settimane. Già perché persino da quegli aspri confronti è possibile cogliere un lato positivo. Tra le tante luci, compresa la scoperta del gesto di milanismo inaspettato compiuto da Florenzi (entrato in campo per redarguire Calhanoglu dopo la sua provocazione sotto la curva sud dopo il rigore dell'1 a 0), c'è anche qualche ombra da mettere sotto i riflettori.
Il tema è: Theo Hernandez non ha un sostituto all'altezza del compito. Non è la prima volta che Ballo Tourè commette qualche pasticcio. Nel derby ne ha siglato uno che poteva mandare in malora la serata, riscattandosi parzialmente prima del gong con quel salvataggio sul rigore in movimento di Barella. Ballo Tourè è un mancino dichiarato, si capisce l'utilizzo se non passasse con altrettanta evidenza l'impressione che ci sia poca fiducia nel puntare con decisione su Kalulu, più pronto del connazionale anche se trasferito al binario di sinistra ha qualche impaccio di troppo.
Che non riscuotesse la fiducia dello staff ne avevamo avuto sentore già a Torino contro la Juve quando per rimpiazzare Calabria, Pioli puntò all'inizio su Tomori terzino. Kalulu intervenuto a inizio ripresa si mostrò affidabile e anzi sfiorò alla fine il clamoroso sigillo del possibile 2 a 1.
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