Milano. Stefano Pioli ha firmato la cambiale in bianco su Leao. «Deve solo continuare a migliorare, non alleno uno che può andare via. Lo vedo sereno, per niente disturbato dalle voci. Deve salire di livello». È un capitolo lungo, completato da altri argomenti, tutti affrontati dallo stesso Pioli. «Piuttosto è naturale che i rivali raddoppino le marcature o addirittura lo chiudano in tre, deve abituarsi. Non va bene invece quel fallo clamoroso subito a Bergamo e che meritava il rosso diretto». E se persino Donnarumma, da Parigi, fa sapere che la differenza tra Leao e Mbappè è «solo davanti alla porta, il francese non sbaglia un colpo, il portoghese invece sì», allora possiamo considerare chiuso il romanzo estivo su Leao e passare all'attualità del campionato. Questa su Leao sembra una informazione da calcio-mercato ed è invece la coda alla serata di Bergamo, il primo pari della stagione, chiusa con qualche insoddisfazione in campo rossonero (Tonali dixit) ma stroncata dallo stesso tecnico di casa Milan con la seguente dichiarazione: «Non ho assolutamente visto a Bergamo una squadra con la pancia piena, con atteggiamento superficiale o presunzione. Ho visto piuttosto una squadra che doveva sfruttare meglio le occasioni create. Questa squadra ha scritto pagine di storia ed è pronta a sfogliarne altre».
Persino in merito a qualche rimpianto per la mancata sostituzione di Kessie, Pioli non è disposto a sorvolare. Ricorda a tutti: «L'anno scorso mi dicevate: perché continua a far giocare Kessie e adesso lo rimpiangete? Ho una squadra forte, siamo pronti» ripete così da dare l'impressione che il Milan, di comune accordo, proprietà, area tecnica e allenatore, abbiano deciso di non inseguire un paio di acquisti «a ogni costo» ma solo se funzionali a moltiplicare la cifra tecnica del gruppo. E la conferma arriva da un paio di giudizi lasciati per strada da Pioli, tipo le molliche di pane della favola di Pollicino. La prima sul centrocampista: «Bakayoko sta bene, lo vedremo in campo nelle prossime partite». Segno che essendo indisponibile a qualsiasi trasferimento, il francese è tornato tra gli utilizzabili. La seconda sul difensore: «Kjaer sta molto meglio: per me è un titolare».
E d'altro canto la sequenza delle prossime sfide (7 in 21 giorni) rende impossibile puntare sempre sugli stessi. Così anche stasera col Bologna, dinanzi ai soliti 70mila di San Siro, c'è la possibilità che Origi venga preferito a Giroud perché sia a Bergamo che in allenamento ha fornito segnali preziosi. Così come è possibile il debutto milanese di De Ketelaere («mi fido di lui, ha grande potenziale ma gli va dato tempo»). D'altro canto se poi arriveranno tra martedì il Sassuolo e sabato sera il derby, è già tempo di pianificare il turn over perché sarà questa la sfida più autentica della stagione in corso.
Di qui le responsabilità del tecnico che, ad esempio, ripete il ruolo di Adli, non centrocampista ma tre-quartista. «Devo sbagliare il meno possibile» è il consiglio dato a se stesso. A cominciare da stasera, naturalmente.
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