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Il Milan tornato grande si sente sotto assedio e vede tutto nerazzurro

Oggi l'Atalanta. E Pioli ribatte a Gasp sui giorni di riposo: "Noi la squadra che ha giocato di più"

Il Milan tornato grande si sente sotto assedio e vede tutto nerazzurro

A Milanello hanno ascoltato e preso nota. Si sentono sotto assedio per i rigori ricevuti (in epoca var con 28 a favore sono dietro Juve, Lazio etc. seguiti dall'Atalanta che ne conta 25, ndr) e persino per qualche giorno in più di riposo rispetto al Gasp che si è lamentato a Udine. Le risposte ufficiali sono tutte all'insegna dello stile Milan. Dice Stefano Pioli: «Noi siamo spesso dentro l'area, per questo stesso motivo abbiamo anche il record dei pali colpiti. Le polemiche non mi riguardano, abbiamo rispetto per gli arbitri». Sul calendario sventolato da Gasperini la replica è sempre dello stesso tono: «Vorrei solo ricordare che siamo la squadra che ha giocato in assoluto più partite di tutti con i tre preliminari di Europa league e che ci fa piacere giocare ogni 3 giorni». Elegantissimo, d'accordo. Ma poi c'è anche un altro Milan, quello istituzionale, che non se ne sta a guardare, specie dopo l'intervista di Rizzoli a Dazn con la quale il designatore ha sostenuto l'imprudente tesi che sul rigore di Milan-Torino (ginocchio di Belotti contro Brahim Diaz) «non bisognava andare al var» e che si è fatto sentire secondo fonti romane. Questo è il preliminare di Milan-Atalanta di stasera.

Poi c'è il calcio. E qui Pioli è il primo a decantare le lodi del rivale. «L'Atalanta è diventata un modello, ha fatto un lavoro incredibile, perciò bisognerà giocare con molta lucidità e intensità»: conferma tra giudizi e previsioni documentate dalle statistiche il fatto che sono le squadre capaci di vincere il maggior numero di contrasti. Dopo il calcio, c'è il mercato che è in queste ore il fronte dal quale arrivano le migliori notizie grazie allo sbarco di Tomori, canadese di origine nigeriana, contratto depositato in anticipo rispetto alle visite mediche per tesserarlo e portarlo in panchina. «Devo ringraziare proprietà e area tecnica che hanno operato credendo nel nostro lavoro» ripete Pioli prima di immaginare Mandzukic al fianco di Ibra e non solo. «La frase più bella l'ho sentita da Mario. Mi ha detto: gioco dove servo» riferisce lasciando aperta qualsiasi soluzione tattica, persino da centrocampista aggiunto come sostiene quel volpone di Allegri che lo conosce meglio di tutti. Dopo il calcio e il mercato, c'è anche il duello punto a punto con l'Inter che in queste ore non sembra monopolizzare l'attenzione del Milan. Come Antonio Conte, anche Stefano Pioli sostiene che «ci sono 7 squadre che possono lottare per lo scudetto e per raggiungere i quattro posti della Champions league» l'opinione che punta a guardare in casa propria dove Theo Hernandez e Leao rientrano dopo l'assenza dovuta a squalifica e all'errore del laboratorio che processa i tamponi rossoneri. «Noi dobbiamo pensare a noi stessi e non alla concorrenza, dobbiamo migliorare anche se quella di Cagliari, dal punto di vista tecnico, è stata una delle migliori prove» la conclusione.

Sembra facile.

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