Uno è il «bello» di notte, l'altro è il «bello» al San Paolo. Edin Dzeko contro Arkadius Milik, ovvero la sfida dei «lunghi» dell'attacco di Roma e Napoli, stasera di fronte a Fuorigrotta. Il «cigno di Sarajevo» ha segnato 52 dei suoi 80 gol con la maglia giallorossa proprio nelle gare serali e non solo in Champions, il polacco dei partenopei ha esultato nove volte su 13 in campionato davanti al pubblico amico. Ma se Dzeko è stato protagonista degli ultimi due confronti al San Paolo (15 ottobre 2016 e 3 marzo 2018) entrambi vinti dalla Roma grazie anche alla doppietta del numero 9 giallorosso - con nessuna squadra italiana Edin ha fatto più gol -, la punta di Tychy, complice il doppio infortunio al crociato, vanta solo 15 minuti in campo in questa sfida.
Diversi i destini dei due attaccanti: Dzeko sembra inamovibile nello scacchiere di Di Francesco (ha saltato solo la sfida con il Frosinone), visto che Schick fatica ad ambientarsi a Roma, ma alle notti esaltanti di coppa ha opposto prestazioni non sempre convincenti in campionato (appena due i gol realizzati, l'anno scorso dopo nove turni era già a quota 7); Milik è invece soggetto al turnover di Ancelotti ma ha già buttato in porta tre palloni, due dei quali in casa contro il Parma, pur essendo partito dal 1' solo 5 volte. «Non ho mai parlato con il mister del fatto che nessuno ha la garanzia del posto nell'undici titolare - così il polacco al portale Sporto Wefakty -. Sappiamo però come lavora e che ciascuno di noi avrà spazio partita dopo partita. Ora il mio unico pensiero è la Roma, dobbiamo vincere una sfida importante, arrivandoci al top».
Per entrambi il San Paolo è uno stadio fortunato, il ricordo migliore di Milik è la doppietta al Milan che nell'agosto 2016 fu il biglietto da visita migliore per la sua avventura a Napoli, poi sfortunata per i mesi passati in infermeria. Dzeko siglò nel marzo scorso quei due gol che frenarono la marcia degli azzurri di Sarri lanciatissimi all'inseguimento della Juventus. E ora che i partenopei sono ancora l'anti-Juve, il bosniaco vuole trovare gloria in una serie A che nella stagione in corso è un po' avara di soddisfazioni per lui e per la squadra. «Con la Spal abbiamo sbagliato partita, in Champions negli ultimi due anni stiamo facendo bene, sono contento per il traguardo degli 80 gol ma posso fare meglio anch'io», così l'attaccante della Roma dopo la doppietta al Cska Mosca.
Le statistiche dicono che il Napoli non batte i giallorossi in casa da quattro anni (ultimo successo il 2-0 del 1° novembre 2014, poi un pari e due ko), ma c'è curiosità anche per la prima sfida tra Ancelotti e Di Francesco, che possono vantare entrambi uno scudetto vinto con la maglia della Roma - il primo nel 1983 con Liedholm, il secondo 18 anni dopo con Capello - anche se hanno idee di gioco e un curriculum in panchina molto diverso. Carletto ritrova la sua ex squadra da avversario dopo 9 anni e punta a non sporcare il suo bottino al San Paolo (5 successi su 5 finora) cercando di stare al passo della Juve di Ronaldo e gestendo il solito turnover - oggi spazio a Hysaj, Milik e Zielinski risparmiati a Parigi -. In più c'è fra i convocati dopo quasi dodici mesi anche Ghoulam. «Nonostante i problemi al ginocchio, nella Capitale ho vissuto otto anni bellissimi - così Ancelotti a Il Mattino -.
La Roma, pur con gli alti e bassi che sta vivendo, è un avversario temibile con giocatori dal grande potenziale e Dzeko da tenere sotto controllo». «Il Napoli è più forte ma noi non possiamo prendere altri schiaffi», ha detto il collega Di Francesco che punterà su modulo e uomini del derby vinto con la Lazio, con Santon terzino e Florenzi ala a destra.
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