Per riempire il palazzetto olimpico hanno portato sugli spalti anche alcuni disinteressati commilitoni dell'esercito di sua Maestà ed è lì di fronte ai loro tweet svagati e distratti che intanto è passata la storia della ginnastica artistica italiana che ha conquistato una leggendaria finale a squadre. Non succedeva da 56 anni (settime a Melbourne '56), a Pechino 2008 l'obbiettivo sfumò fra le lacrime per un soffio, ma al North Greenwich arena due giorni fa le azzurre hanno compiuta l'impresa, riavvitando gambe e lancette indietro al punto zero da cui riscrivere il proprio tempo. Settime con 168.397 e promosse all'appuntamento di stasera (diretta 17.30) approdano idealmente insieme Vanessa Ferrari, Carlotta Ferlito, Erika Fasana, Giorgia Campana ed Elisabetta Preziosa. «Per noi è già una medaglia», dichiarano le cinque piccole italiane, che una dopo l'altra, come in un giallo di Agatha Christie, hanno superato ostacoli e pronostici preconfezionati.
A trascinare l'Italia delle mini donne di ferro ancora una volta c'è Vanessa Ferrari da Orzinuovi, prima italiana di sempre ad aver vinto un concorso completo a livello mondiale. Lei è la veterana del gruppo, la bambina prodigio, troppo piccola per Atene 2004, troppo sfortunata a Pechino 2008. Ora è cresciuta in età, sapienza e grazia: la forza di chiedere all'allora premier Prodi una nuova palestra dopo i suoi primi successi non le era mancata, ma quattro anni dopo era in lacrime in Cina, distrutta da una tendinite che ne aveva offuscato il rendimento. Tre bronzi ed un oro mondiali, tre ori, due argenti e altrettanti bronzi europei - solo per citare il palmares da senior -, "Vany", a 22 anni portati su 145 cm per 38 kg, si ritrova sesta nell'All around del concorso generale e terza al corpo libero. Liberata dal confronto con l'idolo di casa Elizabeth Tweedle, fuori dalla finale del corpo libero, Ferrari non è distante dalla statunitense Alexandra Raisman e dalla campionessa olimpica in carica, la romena Sandra Izbasa.
Ma prima dei sogni individuali ecco quelli in condominio con Carlotta Ferlito, l'altra azzurra con cui proverà, questo pomeriggio, a migliorare lo storico settimo posto a squadre e con cui sarà impegnata giovedì nel concorso generale. Per le signore dell'artistica il sogno di una notte di mezza estate ha da sempre un duplice indirizzo, quello della prestigiosa Brixia Brescia e della Gal Lissone. Dopo il bronzo europeo si è cementato il triumvirato da cui era impossibile prescindere a questi Giochi: oltre a Ferrari, ecco Carlotta Ferlito, 17 anni da Catania, a Lissone per allenarsi, mentre Erika Fasana, natali a Como, milita per la Brixia ed è la più giovane azzurra della spedizione di Londra 2012. Entrambe, 33 anni in due, sono alla prima esperienza olimpica. Insieme a loro Elisabetta Preziosa, classe 1993 saronnese, specialista alla trave e Giorgia Campana, a Londra impegnata solo alle parallele.
Queste fanciulle vivono in simbiosi e pur non essendo veline se non nel senso dimensionale del termine, l'autunno scorso, alcune di loro non si sono negate nemmeno una fiction firmata Mtv. Più che un reality, un modo per raccontare la loro realtà che oltre a forcine e glitter è fatta soprattutto di sacrifici, disciplina e tanti addominali.
«Questa finale mette una pietra sopra a Pechino - spiega Ferrari - e anche dei Mondiali di Tokyo 2011 dove restammo escluse dalle finali a squadre: è proprio vero che quando si chiude una porta si apre un portone». E speriamo che sia quello che porta al podio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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