Miracolo? No, poker. Conte ricuce lo scudetto addosso al Napoli

McTominay, con una prodezza, e Lukaku sistemano il Cagliari e la pratica del 4° tricolore

Miracolo? No, poker. Conte ricuce lo scudetto addosso al Napoli
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Eccolo qui. E sono quattro. Il più sofferto, forse per questo il più bello. È del Napoli lo scudetto, giusto così per una città in delirio con Conte che si commuove appollaiato nel casotto della tribuna stampa: non c'è storia al Maradona, questa volta sì che gli azzurri indovinano la partita della vita. È praticamente un tiro al bersaglio già dal primo tempo, non si contano le occasioni sprecate o le parate decisive di Sherry, la sostanza però non cambia, il Napoli deve fare una fatica enorme e attendere quasi l'intervallo prima di rispondere all'Inter in vantaggio a Como. Eppure non c'è disordine nella manovra dei partenopei, in pressing dall'inizio e capaci di arrivare in area avversaria con azioni lineari, tranne qualche frenesia isolata basata su spunti individuali: Raspadori, due volte Spinazzola, Lukaku, Rrahmani ci provano da ogni posizione e in ogni modo, di testa, al volo, in mischia, niente da fare, c'è sempre un guantone, un piede o il corpo del numero uno sardo a ricacciare indietro l'urlo liberatorio. Lukaku è tenuto da Mina, che non gli concede niente dal punto di vista fisico e allora il belga deve accontentarsi di qualche spizzata per il centrocampista di turno, gli inserimenti non mancano anche perché Spinazzola fa un gran lavoro a sinistra, così come Politano dal lato opposto.

Ma ci vuole lui, la sorpresa (si fa per dire) azzurra dell'anno, lo scozzese trascinatore che trova il buco giusto e s'inventa un gol capolavoro per allontanare una tensione assurda e innescare la miccia al Maradona: su assist di Politano, mezza rovesciata da applausi di McTominay nonostante la trattenuta di Zappa per il vantaggio Napoli.

Non pervenuto il Cagliari nel primo tempo dalle parti di Meret, difesa aggressiva ma scarsa lucidità nel proporre qualche ripartenza efficace, spettatore al cospetto del palleggio napoletano, questa volta ben orchestrato da Gilmour che si piazza sapientemente davanti alla difesa nel ruolo di play basso. E con l'accortezza del possesso palla, il Napoli riprende l'assalto nella ripresa, facendo centro questa volta al primo tentativo: di pura potenza e in progressione, Lukaku si lascia dietro Mina e Adopo ma soprattutto si lascia dietro le critiche e le perplessità di un'intera annata e di sinistro fa il gol che il Maradona attendeva da una vita.

È così che crolla il Cagliari, graziato da Neres in due occasioni nelle quali il brasiliano spreca comode chance per il tris ma i buoi sono ormai scappati dal recinto e corrono felici sul prato verde del Maradona: c'è Diego che consegna loro il quarto tricolore.

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