Molinari si perde, l'Open d'Italia a un francese

TorinoA volte il golf sembra un racconto di Paul Auster, in cui basta una coincidenza a condizionare le esistenze. Ecco: se Julien Quesne non avesse ciccato malamente un colpo di pochi centimetri alla seconda buca della giornata conclusiva dell'Open d'Italia Lindt, forse non avrebbe vinto il torneo. Forse per tutte le 18 buche gli sarebbe rimasta appiccicata addosso la pressione. E invece, scrollatosi dalle spalle tutti i suoi demoni, ha recuperato calma e tranquillità per siglare un 67 che gli è valso il meno 12 finale vittorioso. «Dopo la buca 2, pensavo servisse 15 sotto al par per vincere. Non mi aspettavo più di vincere. Per questo sono rimasto impassibile», dirà. Merito forse anche dello yoga ashtanga, disciplina di cui è appassionato: «Il massimo per la preparazione di un golfista». Una tecnica che forse sarebbe stata utile agli alfieri italiani in campo. Soprattutto a Francesco Molinari, che, partito per l'ultima giornata seriamente in lizza per il titolo, è invece tornato a casa appesantito da un giro in 75 colpi, per un totale di meno 7, il cui sapore acre rimanda alla maglietta giallo limone che il torinese ha sfoggiato in campo.
Se anche a causa dei tanti impegni promozionali che lo hanno visto protagonista in settimana il Chicco nazionale è apparso a tratti… spompo, non ha saputo far meglio di lui Matteo Manassero. Anzi. Il suo 76 per il meno 3 finale, ha lasciato l'amaro in bocca a molti, in primis a lui, che in campo spesso è apparso nervoso e tirato.
In un percorso ricco di trappole come quello del Golf Torino, il silenzio che ha accompagnato la giornata dei due azzurri la dice lunga sulla delusione che ha contagiato gli oltre novemila spettatori accorsi in quel di Torino per tifare i propri beniamini.

Morale: un sedicesimo posto per il torinese e un quarantaduesimo per l'ex enfant terrible, superato anche dal suo erede, ovvero dal sedicenne romano Renato Paratore, che, dice «in questo torneo ho imparato molto: in futuro voglio essere più costante». Se son rose, fioriranno.

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