Montella cita Churchill: «Cambiare per migliorare»

Probabile rimpasto a centrocampo con Mati Fernandez e Pasalic titolari. Davanti Lapadula

Montella cita Churchill: «Cambiare per migliorare»

«Non sempre cambiare equivale a migliorare ma per migliorare bisogna cambiare». Presa in prestito dal ricco e storico repertorio di Winston Churchill, la frase serve a Vincenzo Montella per introdurre nel cammino del Milan, che comincia ad affezionarsi al secondo posto, l'idea rischiosa di un sano e significativo rimpasto cogliendo i segnali di usura che arrivano dalle recenti esibizioni (Niang e Kucka in particolare). Rimpasto che riguarda naturalmente il centrocampo, e cioè l'officina del gioco rossonero, finita in default nelle ultime occasioni, contro Pescara, Palermo e Inter che non sono poi delle asticelle altissime se si guarda soltanto la classifica. «Adesso bisogna capire se vale la pena cambiare» è la conclusione di Montella per confermare i tormenti del tecnico prima di tornare nel suo più autentico domicilio calcistico. A Empoli infatti cominciò la sua carriera da aeroplanino, a Empoli può spiccare il volo specie se si tiene conto degli ostacoli contemporanei di Roma (Pescara) e Lazio (Palermo) che sono i rivali più temuti e anche i più vicini. La tentazione di cambiare è documentata dai test effettuati in settimana con Mati Fernandez e Pasalic inseriti nel trio di centrocampo al fianco di Locatelli per migliorare la cifra tecnica da un lato e dall'altro dalla necessità di ripresentare al centro dell'attacco Lapadula al posto di Bacca rimasto a casa (causa affaticamento muscolare) dirottando Niang in panchina (pile scariche).

Ma cambiare è anche l'argomento del giorno dettato all'agenda del Milan dall'intervento del presidente Silvio Berlusconi nella notte del derby finito 2 a 2 («io sono per due attaccanti più un trequartista»). Qui Montella, consapevole di calpestare un terreno minato, è stato molto attento a misurare le parole e molto rispettoso. «Le dichiarazioni del presidente, come insegna Galliani, non si commentano» il suo incipit. Arricchito da qualche considerazione pertinente al volo: «Il trequartista più o meno c'è già, con Suso che va a giocare centrale dietro le punte Niang e Bacca. Certi discorsi il presidente li ha fatti anche a me. Non esiste un modulo che vince e io ascolto sempre i suoi consigli».

Fine della frase e della disputa che può essere, a questo punto, messa in archivio con una chiosa sul finale del derby, «ci siamo abbassati troppo» ecco uno dei difetti che ancora resiste delle passate esperienze e che lo stesso Berlusconi ha segnalato, soltanto in privato. «Il suo discorso alla squadra è stato da presidente» l'ultima chiosa di Montella per smentire ogni altra maliziosa interpretazione.

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