Leggi il settimanale

Montella e Gasp sorprese Alex Sandro vera stella Gabigol il gran mistero

Stasera scatta il girone di ritorno con molte situazioni ribaltate: Brozovic il simbolo

Montella e Gasp sorprese Alex Sandro vera stella Gabigol il gran mistero

Da stasera appuntamento col girone di ritorno. Come dicono alle giostrine per bimbi: altro giro, altra corsa. Ed è proprio così. Comincia un altro torneo, completamente diverso da quello nato a fine agosto 2016 con gli ombrelloni aperti. Tanto per fare un esempio: l'Inter di stasera contro il Chievo non è nemmeno parente di quel gruppo allo sbando piegato da due frustate di Birsa al discusso debutto di Frank de Boer. Parte delle modifiche a panchine e rose è responsabilità di cambi in corsa (non parliamo del Palermo naturalmente, laggiù come ha detto Corini, «è peggio che Hiroshima») e del mercato aperto. Ne è conferma didascalica ciò che è avvenuto al Genoa: Preziosi ha molto e ben venduto (Pavoletti e Rincon) e anche molto acquisito convinto che ormai con il trio già retrocesso non c'è alcun rischio da correre. Nella scia del Genoa è finita l'Atalanta che ha già ceduto Gagliardini all'Inter e promesso alla Juve Caldara. Prima di dare il via alla seconda tornata, possiamo fare i conti in tasca al primo semestre del campionato e a scegliere top e flop, giudizi e segnalazioni che finiranno per provocare gustosi dibattiti.

Sorprese Poche storie: Atalanta e Milan, in rigoroso ordine alfabetico, sono state le diaboliche sorprese di questo primo atto. A Bergamo Gasperini ha prima rischiato l'esonero (chiesto dalla piazza), poi ha zittito tutti lanciando nella mischia un drappello di giovanotti alle prime esperienze e con un passato nemmeno incoraggiante (basta vedere cosa ha combinato Gagliardini fuori dal recinto di Zingonia). È iniziata col Napoli la primavera atalantina ed è proseguita con la Roma. Solo alla Juve si è arresa senza storie. L'altro protagonista inatteso è stato il Milan di Montella arrampicatosi fino al terzo posto prima di alzare la supercoppa a Doha al cospetto del dittatore mancato Higuain e di inseguire adesso un altro duello in coppa Italia con la Juve. Senza mercato, è stato capace di mettere in vetrina talenti che erano stati dati per persi dal precedente inquilino di Milanello (Suso su tutti).

Delusione Ha deluso l'Inter, promossa a pieni voti per il sontuoso mercato di Suning e rimasta in ritardo prima dell'arrivo di Pioli che ha rimesso al loro posto i giocatori e recuperato uno straccio di condizione fisica. È finito nel tritacarne dell'Europa league il Sassuolo che tanti consensi aveva ottenuto per la storica qualificazione continentale (a spese del Milan), dimostrazione che per certe esperienze bisogna attrezzarsi non solo di cifra tecnica.

Le stelle Nell'armata Juve ha brillato Alex Sandro, a tratti si sono viste le luci di Higuain e Dybala, Dani Alves e Benatia sono stati il deficit più evidente di un mercato da nababbi. Luci e ombre anche da altre parti. Prendiamo il Napoli, ad esempio: Mertens e Koulibaly hanno giganteggiato, Rog e Maksimovic sono diventati attori per uno speciale chi l'ha visto. E così la Roma tenuta in piedi dal rifiorire di Dzeko, dalle incursioni di Nainggolan e da qualche corsa di Florenzi mentre del decantato Paredes si son perse le tracce. A Milanello Donnarumma e Suso con Paletta hanno trasformato la zucca in una carrozza di cristallo, Sosa e Mati Fernandez sono rimasti invece nello scantinato. Dell'Inter Brozovic è l'oro recuperato da Pioli, Gabigol il flop più noto per via anche della cifra sborsata e delle aspettative di tifosi e critici.

Al Toro non sono bastati i gol di Belotti e le corse di Zappacosta per tenere i granata più in alto, alla Fiorentina ha brillato solo Bernardeschi, a Bergamo vanno matti per Kessiè, nella Roma laziale il pilastro è sempre Biglia in odore di mancato rinnovo contrattuale. Infine alzi la mano chi non ha bocciato Storari (uscito dal Cagliari per manifesta sfiducia), Dodò, Saponara, Destro e Ljajic oppure Sportiello e Diamanti, Gilardino (emigrato a Pescara) e Niang.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica