Montella si adegua: "Ho chiesto Iniesta è arrivato... Sosa"

Anche il tecnico si salva con l'ironia sul mercato del Milan a due padroni

Montella si adegua: "Ho chiesto Iniesta è arrivato... Sosa"

Milanello - Ha fatto benissimo Montella a prenderla con ironia. «Io volevo Iniesta ma... è arrivato Sosa». È l'unica arma a disposizione per difendersi dall'assedio di critica e tifosi per il mercato deprimente allestito dal Milan con due padroni, uno ancora formalmente in carica, la Fininvest, l'altro formalmente in arrivo, i cinesi. E nel mezzo di questa tenaglia si è ritrovato a fare da parafulmine, ancora una volta, Adriano Galliani. Il vituperato Sosa è giunto a Milanello solo perché sia Fininvest che i cinesi, per tramite di Fassone, hanno detto no all'investimento per Bentancour, l'argentino di 19 anni considerato un talento di sicuro avvenire. Al rilancio del club di Baires (chiesti alcuni milioni in più rispetto ai 14 offerti da Galliani) c'è stato lo stop. Se si può capire quello partito dagli uffici di via Paleocapa, risulta invece misterioso il no dei cinesi. È come se il vecchio proprietario di casa avesse proposto al nuovo (che deve firmare ancora il rogito) di riparare il tetto ricevendo il rifiuto: l'intervento, al pari di Bentancour, sarebbe stato utile anche al futuro inquilino di via Aldo Rossi. Diverso ragionamento se fosse stato proposto l'acquisto di Iniesta: per un investimento così importante era sacrosanto attendere il pieno passaggio dei poteri. Qui invece è naufragato l'affare per pochi milioni.

E allora qual è la ratio del no? Mistero. Che sarà forse risolto il 9 settembre quando, secondo il preliminare firmato il 5 agosto, dovranno arrivare gli altri 85 milioni a completamento della cifra da mettere a disposizione come penale. Perciò da qui fino a gennaio almeno Montella è costretto a fare le nozze con i fichi secchi, qui intesi come il francese Stambouli di 26 anni per il quale si è in attesa della solita autorizzazione.

Con questo panorama a disposizione ha fatto ancora meglio il nuovo tecnico del Milan a ridimensionare ambizioni e pronostici puntando sull'Europa league invece di inseguire le chimere della Champions così da parlare un linguaggio che può essere apprezzato dal popolo rossonero depresso e lontanissimo (meno di diecimila gli abbonamenti sottoscritti) da San Siro dove stasera comincia l'avventura al cospetto del polemico Mihajlovic. Vincenzo ha invocato lo spirito dell'Italvolley che è l'ultima moda dalle nostre parti dopo aver per settimane sbandierato il modello del contismo esibito agli europei.

Il Milan non è squadra di carattere, non può puntare sul temperamento guerriero, semmai sul gioco e sul palleggio perciò forse è fatica vana ricorrere a certi esempi. Sarà meglio sollecitare la voglia di riscatto di tanti che in passato hanno avuto poche chances (Suso), o hanno deluso nei comportamenti (Niang), o hanno avuto la valigia pronta prima di arrendersi a restare (Bacca).

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