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Montolivo con il ct "Troppe critiche per questa Italia"

"Prandelli ha ragione, nessuno domina in trasferta. Io e il Milan? Contento, ma non siamo da scudetto"

Montolivo con il ct "Troppe critiche per questa Italia"

Come in campo, anche nelle parole regala equilibrio. Sotto porta non sarà «cattivo», ma con lui titolare l'Italia ha giocato meglio che nelle prime due apparizioni del girone con Bulgaria e Malta. Riccardo Montolivo mostra allegria e serenità: la sua presenza in quel ruolo ibrido di trequartista di facciata, di trait d'union tra reparti, ha fatto sì che il centrocampo azzurro, punto di forza dell'era Prandelli, si esprimesse al meglio.
E a Coverciano sorride anche quando spiega perché non è d'accordo con chi ha criticato la prestazione dell'Italia in Armenia. «Il ct ha ragione a definire le critiche eccessive e ingenerose - afferma il calciatore del Milan -. Siamo tutti convinti di aver fatto una buona gara sul piano dell'approccio e della personalità. Certo, qualche errore c'è stato, ma comunque Prandelli ci ha fatto i complimenti. Anche perchè tolta la Spagna nessuno può pensare che si possa andare in trasferta e dominare, sarebbe da presuntuosi e stupidi. Lavoreremo per provare a essere più aggressivi ma della prova di venerdì siamo tutti contenti».

Spera di essere titolare anche domani nel suo stadio contro la Danimarca («batterla non ci porterebbe già in Brasile, ma darebbe un'impronta al girone, più equilibrato e difficile di quello per arrivare a Euro 2012») in quel ruolo dal quale la Nazionale sembra trarre grandi benefici. «Devo interdire, impostare stando più avanzato, non è facile ma ho avuto la fortuna di aver lavorato con Prandelli per tanti anni a Firenze, quindi capisco prima quel che vuole - spiega il centrocampista -. A inizio stagione ho pagato l'infortunio, ma ora comincio a star bene e posso fare di più».
Il rientro nel gruppo azzurro gli ha dato tranquillità, che ora si augura di trasferire nel Milan. La squadra rossonera sta attraversando un momento difficile ed è molto indietro in classifica. «Non sono pentito della scelta che ho fatto quest'estate - dice ancora Montolivo -. Abbiamo dei problemi ma il Milan resta il club più titolato al mondo e sapremo riprenderci, ho fiducia. Sono orgoglioso di essere stato capitano della Fiorentina, sono stati 7 anni intensi, l'ultimo è stato duro però mi ha fatto crescere e il Milan è un balzo in avanti per la mia carriera. Sapevamo che quest'anno il club avrebbe cambiato molto, adattandosi alla situazione ecnomica del momento e puntando sui giovani. Ma sono convinto che torneremo competitivi».
Guai però a nominare la parola scudetto, come ha fatto Robinho. «È molto fiducioso, a me pare difficile, ora dobbiamo trovare condizione e continuità. Allegri in bilico? La società è stata chiara rinnovandogli la fiducia. Logico che vengano fuori discorsi sul tecnico e sulla società. Siamo sulla buona strada, i nostri progressi in campionato e in Champions sono sotto gli occhi di tutti». E dovendo puntare su un nome per il futuro di questa Nazionale, Montolivo non ha dubbi: «El Shaarawy, tifo per lui, mi ha colpito per forza e qualità, ha la rabbia giusta per far gol ed è pure un bravo ragazzo. Sono contento di averlo al Milan».

Ieri Prandelli ha testato, a porte chiuse, la condizione dei giocatori non impiegati in Armenia. Balotelli sembra recuperato, probabile per lui una maglia da titolare a Milano anche se avanzano le quotazioni del già citato El Shaarawy. Il ct gli ha concesso un'altra occasione, che per molti potrebbe essere l'ultima. Tra l'altro anche da Manchester l'aria che tira attorno a Supermario non è delle migliori. Dopo il suo allenatore Mancini, ad arrabbiarsi con l'attaccante è l'amministratore delegato del City Brian Marwood: «Penso che sia importante per un giocatore essere esemplare. E questo vale anche per chi non mostra i giusti valori e il giusto comportamento - e tutto il mondo sa di chi parlo -.

In generale abbiamo comunque un gruppo fantastico di calciatori, penso a Zabaleta, Kompany, Hart, Barry, Lescott, che sanno comportarsi bene. Bisogna solo far sì che siano degli esempi da seguire». Parole che pesano come macigni e un monito per Balotelli: il City è pronto a scaricarlo?

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