Senza un gran pathos, dopo il 3-0 dell'andata, andrà in scena stasera il ritorno della semifinale di Coppa Italia tra Inter e Juventus: bianconeri con un piede e trequarti in finale, nerazzurri a caccia del morale e di un'impresa pressoché impossibile. Allegri comunque la prende larga: «Nel 1984-85 l'Inter ribaltò un 3-0 contro il Verona vincendo ai supplementari. Ed è dal 1959-60 che la Juve non raggiunge due finali di Coppa Italia di seguito: bisognerà segnare un gol, perché in 90' può succedere di tutto». Probabile che la Signora torni al 4-3-1-2, con ampio turnover e in attacco Morata (che ha nell'Inter la sua vittima preferita: già 4 gol) a fare coppia con Zaza. In casa Inter, Mancini ha scelto il silenzio e, senza gli squalificati Murillo e Miranda (con Jovetic ai box per una contrattura), dovrebbe riproporre il 4-3-3 o il 4-4-2: per ritrovare un minimo sorriso serve una vittoria, anche senza il passaggio del turno. Curiosamente (o no?), è Moratti a esporsi: «Mancini ha i numeri per risollevare l'Inter, ma anche lui deve essere sereno e trovare un momento di calma per potersi agganciare ai punti di riferimento. Si dice che i giocatori non siano più con l'allenatore? Non lo posso sapere, ma non credo. Mi sembra che i giocatori non reagiscano tanto, ma è anche un periodo di depressione generale. Speriamo che si risolva al più presto. Mi spiace che domenica scorsa contro la Juventus non ci sia stata grinta». Non tira una bella aria, ecco.
Né potrebbe, vista la classifica, il fatturato recente (9 punti nel girone di ritorno: meno anche del Verona ultimo in graduatoria) e le voci (ricorrenti) sulle scelte future di Thohir. Moratti, sotto la sede della Saras, ha anche parlato di Javier Zanetti: «Credo che in futuro possa avere ruoli più ampi, ma penso che la società ci stia già pensando». In campo, però, ci vanno altri.DLat- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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