Tutti contro Bradley Wiggins e Chris Froome, primo e secondo in questo Tour che per la prima volta nella storia può finire davvero agli inglesi: sempre che un italiano non s'inventi qualcosa e rovini loro il film. Tutto è pronto. Sky c'è, le telecamere anche, gli attori pure, la scenografia è quella dei Pirenei: non c'è bisogno di spiegazioni. Oggi e domani, almeno per due giorni, si dovrebbe fare davvero sul serio. Si va alla resa dei conti. Vincenzo Nibali, il terzo incomodo di questo Tour, pare essere il più in palla e certamente il più agguerrito. A detta di Hinault, Merckx e Poulidor l'uomo che ha tenuto ancora vivo questo Tour, che senza il siciliano sarebbe già abbondantemente chiuso. Lui è sembrato il meno accomodante dei pretendenti alla vittoria finale. Il più in palla rispetto anche all'australiano Cadel Evans
«Non sono stato l'unico a movimentare la corsa - si schermisce Vincenzo -. Van Den Broeck ha provato più volte e negli ultimi giorni credo che più corridori cercheranno di attaccare per migliorare la propria classifica. Ad incominciare da Evans. Ci aspettano due tappe molto dure e non bisogna perdere mai la concentrazione».
Molti ritengono che per un passista-scalatore come lei, poco avvezzo alle cronometro, finire sul podio sia già un successo.
«Le salite dure sono spesso lontane dall'arrivo e sono poche, questo è vero, però io non mi accontento. Sono arrivato per dare il massimo e lotterò fino all'ultimo. Io non mi nascondo: vincere il Tour resta il mio obiettivo, anche se ad oggi questo traguardo sembra difficilmente raggiungibile».
Punta di più a scalare il podio o a mantenere la posizione?
«Guardo sia chi ho davanti, sia chi ho dietro. Froome è vicino ed Evans nella prima crono mi ha dato meno di trenta secondi. Io farò la mia corsa sperando di trovare alleati per strada in grado fiaccare le ambizioni del Team Sky».
È più forte la maglia gialla o Chris Froome?
«In salita Froome, a cronometro Wiggins».
Basso finora non pare essere stata la spalla ideale.
«Ivan viene dal Giro ed ha avuto dei problemi di salute nella prima parte di Tour, ma mi è sempre stato vicino e soprattutto mi ha dato molti consigli utili. Ora però ci sono due giorni molto intesi e adatti a lui: io sono sicuro che lo vedremo protagonista».
Nella «tappa dei chiodi» Evans si è arrabbiato con voi della Liquigas perché vi siete messi a tirare il gruppo proprio quando era attardato.
«Non è andata così, abbiamo tirato solo per andare a riprendere Pierre Rolland. È il francese che ha attaccato, e prima di farlo mi aveva anche chiesto di provarci con lui, solo che non mi sembrava giusto farlo e ho rifiutato. Ho cercato Cadel per spiegarmi ma non mi ha voluto parlare. Pazienza...».
Dove attaccare gli Sky nelle prossime due tappe?
«Domani (oggi per chi legge, ndr) sarà difficile perché non si arriva in salita, ma qualcosa dovremo inventarci.
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