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MotoGp, strapotere Ducati. Anche Marquez si arrende

Dopo 5 cadute in due giorni sulla pista dove ha sempre dominato, Marc annuncia: "Basta, inutile prendere rischi"

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C'è ancora una Ducati sul primo gradino del podio, anche se non è quella del leader Pecco Bagnaia. Dopo il trionfo del piemontese al Mugello, la Rossa vola anche in Germania sulla storica pista del Sachsenring centrando una fantastica doppietta dopo aver piazzato 5 moto nelle prime 6 posizioni in griglia.

Cambiano le piste, ma la Rossa resta una certezza e lo sanno bene Pecco Bagnaia e Jorge Martin che si sono invertiti le posizioni rispetto al Mugello. «Sono felicissimo», esulta lo spagnolo, alla sua seconda vittoria nella Sprint, «domenica scorsa era impossibile prendere Pecco, invece qui sentivo di poter far bene. Ho il passo per vincere anche nella gara lunga. Partendo sesto devo restare tranquillo e gestire bene i primi giri».

Soddisfatto anche Bagnaia, secondo dopo esser scattato dalla pole. «Ho spinto dall'inizio alla fine, ma Jorge ne aveva di più soprattutto nel settore due dove perdevo due decimi». Terzo Jack Miller, a conferma che KTM è cresciuta molto. Quarto Luca Marini, protagonista di un bellissimo sorpasso su Binder.

Al settimo appuntamento stagionale, la classifica parla chiaro: l'armata Ducati è leader indiscussa con Bagnaia in testa con 140 punti, 21 lunghezze di vantaggio su Martin, 2°, e 26 su Bezzecchi che scende in 3° posizione. Al quarto posto la KTM di Binder. Stride l'assenza delle moto giapponesi nelle posizioni che contano. La Yamaha è in crisi dichiarata tanto che Fabio Quartararo ha totalizzato solo 54 punti e non vince da un anno. Drammatica la situazione in Casa Honda, da sempre riferimento in MotoGP. Sachsering è sempre stata terra di conquista sia per Honda che per Marquez, ma questa volta il Cannibale è vicino ad alzare bandiera bianca. È la prima volta che non vince dal 2009 e l'assenza dei risultati insieme alle cadute (5 questo week-end) bruciano. «Al mattino sul bagnato sono partito bene. Ho provato a spingere ma sono caduto per ben tre volte. Per cosa? Un 7° posto. A freddo, nel mio motorhome, ho fatto un bilancio e non era positivo. Non vale la pena rischiare così tanto, mi sono detto. Me lo ero ripromesso ancora dopo il Mugello, ma il Sachsenring è una pista che mi piace per cui ci ho riprovato; ma ora basta, sennò in Olanda non ci arrivo». Per Marc è arrivato il momento di guardare la realtà. «Abbiamo fatto un cambio di set up ma la moto non gira. Come si dice in Spagna: inutile cercare di spremere una arancia quando non c'è succo».

Honda è avvertita e sta cercando di correre ai ripari. Prossima settimana, infatti, Stefan Bradl sarà a Misano per due giorni di test. In programma ci sono tanti pezzi nuovi, ma sarà sufficiente per tornare a lottare per la vittoria ogni domenica? Una cosa è certa: sia Honda che la MotoGP non possono permettersi di perdere l'ultimo tenore di una generazione di campioni (Valentino Rossi, Jorge Lorenzo, Casey Stoner e Marquez appunto) che hanno infiammato le folle e hanno reso la MotoGP uno sport planetario addirittura più amato della F1. Marquez è stato chiaro.

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