Il Mozart che ha fatto canestro con i nostri sogni

Un campione di talento e dedizione che in principio fu «Kamenko», mano di pietra

Oscar EleniAutorizzati dall'autore, che è anche nostro amico, a scriverne male, non ci siamo riusciti perché questo libro di Stefano Olivari su Drazen Petrovic, il Mozart del basket, morto quando non aveva ancora 29 anni, è qualcosa di più della storia di un campione. Ci sono i nostri sogni, quelli dell'autore all'epoca, ai magici anni ottanta in una Europa illusa che la sua relativa pace sarebbe durata per sempre. Non è stato così per la ex Jugoslavia, dove lui è nato, era il 22 ottobre del 1964, nella bella città croata di Sebenico, è andata anche peggio che altrove.Nelle biografie dei grandi artisti, lo sport ne ha tantissimi, spesso si esagera in tutto e invece il nostro Olivari, che ha collaborato tanti anni anche per il Giornale, prima di svenarsi nel suo bellissimo sito Indiscreto, è andato a cercare questo campione, un misto di talento, etica del lavoro ed ambizione, nei mondi che ha esplorato con quella fantasia che è diventata benedetta anche se da bambino lo chiamavano Kamenko, mano di pietra. Proprio il secondo capitolo del libro racconta l'ossessione di un fenomeno che, come dice Boscia Tanjevic, allenatore che sussurrava davvero a tutti i tipi di cavallo su un campo di basket, l'ultimo ad averci regalato un oro europeo con la Nazionale italiana vincitrice a Parigi nel 1999, sarebbe diventato un mito anche rimanendo vivo e non perché, morto troppo giovane, tutti noi lo abbiamo mitizzato, andando dietro al suo talento dorato nei grandi viaggi che ha fatto chiudendo nella NBA che lo perse quando aveva appena imparato ad amarlo.In palestra dalle cinque e mezza del mattino fra i tubi della famosa arena Baldekin di Sebenico dove gli erano state date le chiavi sbalorditi dalle sue ossessioni. Allenamenti senza tregua, poi doccia, casa, scuola, se la cavava abbastanza bene perché i genitori, che pure hanno in Azo, un altro figlio talentuoso per il basket, sarà forte in campo e bravissimo come tecnico, preferiscono che il giovane Drazen pensi prima di tutto ad imparare, sui libri, nella vita.E' una bella storia, di un fenomeno, ma anche di questa vecchia Europa.

Niente regali alle esagerazioni come capita spesso in certe biografie. Vita, storia vera, senza fare sconti. Un lavoro fatto bene, con passione, e per un libro autoprodotto, in vendita a 20 euro, potrebbe bastare per farvi correre a comperarlo nelle librerie dello sport. Subito.

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