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"Né Messi, né uno scarpone" Zapata, l'ultima opera di Gasp

Il colombiano, risorto a Bergamo con la cura Gasperini, ha risposto alle critiche: «Non sono Leo, ma ho delle qualità»

"Né Messi, né uno scarpone" Zapata, l'ultima opera di Gasp

L'allenatore che sussurra ai centravanti fa miracoli. Gianpiero Gasperini si gode Duvan Zapata, 27 anni, quaterna al Frosinone, nel 5-0 finale per l'Atalanta. Totale 14 reti con occupazione della vetta della classifica realizzatori, in compagnia di sua maestà Ronaldo e dell'evergreen Quagliarella. Proprio al giocatore della Sampdoria e ad Higuain, di cui è stato compagno, e a Ibrahimovic, si ispira Duvan, ultimo puntero lucidato dal tecnico di Grugliasco, specializzato, tra l'altro, nel valorizzare attaccanti scaduti, acciaccati, dimenticati. I due esempi più significativi: Marco Borriello visse l'anno migliore al Genoa (2008-2009), 19 gol e la convocazione in Nazionale; Diego Milito, acchiappato su un binario morto in Spagna e portato (2008-2009) a 24 gol e al passaggio all'Inter del Triplete. E tanti altri, Niang e Iago Falque, Pavoletti e Petagna. Ilicic, pure.

Ora Duvan Zapata, esploso con l'arrivo dell'inverno. A inizio dicembre il suo ruolino di servizio era miserevole: 13 presenze e un gol. La spiegazione è semplice, Duvan, cugino, in seconda, del milanista Cristian, è un diesel vecchia maniera, parte borbottando. «In avvio ha pagato un ritardo atletico» ha spiegato il Gasp. Da dicembre, 7 presenze e 13 gol. Ha impiegato di meno ad abituarsi al cibo. Ha ricordi felici, gastronomicamente parlando, di ogni luogo dov'è stato: la parmigiana di melanzane e la mozzarella a Napoli, il frico a Udine, la focaccia con il formaggio a Genova. Ora, immaginiamo, i casoncelli. Per il campo meno, non è stato così facile. A Napoli e Udine ha passato momenti periferici. «Per il Napoli non esistevo». Gigi Delneri l'aveva definito uno «scarpone». Non voleva essere cattivo, solo illustrare le sue caratteristiche, quelle di un calciatore non certo tecnico. A parte che è cresciuto pure su questo aspetto, Duvan non si è impermalosito. «Ma che cosa significa scarpone? Certo, non sono Messi, ma ho le mie qualità, a cominciare dall'esplosività». Giampaolo, alla Samp, gli ha ridato fiducia, Gasperini ha concluso il lavoro.

Riservato, ha un aspetto da gladiatore e una voce dolce, piana. Religioso non praticante, è sposato con Diana, che lo accusa di essere un po' egoista - ma non sarebbe un goleador, altrimenti -, ha una figlia, Dantzel (6 anni) e un figlio, Dayton (4) che, dopo Gasperini, è il più felice delle sue imprese: «Quando torno a casa mi dice: papà, sei famoso». Esulta indicando il cielo, dove, nel 2010, è volata mamma Elfa. Lo fa spesso nella squadra che ha il migliore attacco della serie A: 44 reti.

Da acquisto più oneroso nella storia dell'Atalanta, 12 milioni di prestito biennale con obbligo per altri 14 alla Samp a grande affare. Questi storici 26 milioni si stanno rivelando ben spesi. Più squadre bussano alla porta, ma l'Inter, squadra per cui Duvan dice di tifare, è in vantaggio. Ne ha una in ogni nazione.

Però questa è vicina e ha gli stessi colori.

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