Il Napoli è una zanzara molestissima per la Juventus. Il Napoli è l'unica squadra che ha battuto i campioni d'Italia. Il Napoli non si è impoverito con la cessione di Lavezzi. Il Napoli di chi è? Di De Laurentiis? Certo. Di Mazzarri? Anche? Di Cavani? Sicuramente. Del guaglione Insigne o di don Goran, al secolo Pandev? Certamente. Il Napoli, finalmente, non pensa più a Maradona (e a Lavezzi) ma a quello che sta facendo, e bene, da un po' di tempo, crescendo come il prezzo del carburante alla pompa ma senza tasse aggiuntive.
La vittoria di ieri, agevolata da alcune decisioni, e non, arbitrali è trasparente, limpida, pulita. Pandev, Hamsik, Insigne, Cavani sono, come detto, i quattro cavalieri che possono portare il ciuccio a vincere il gran premio come un purosangue, dunque a insidiare il dominio della Juventus che così pare.
Mazzarri ha trasferito al gruppo quella passione, a volte esagerata, che va oltre il sogno, il miracolo, il Vesuvio con il fiocco. E' roba vera, di sostanza, il contropiede, soluzione tattica passata di moda chissà perché, è un'arma letale quando viene innescata dalla squadra azzurra.
Anche ieri ha trovato personaggi, interpreti e definizione, ribadendo quella che ormai è un segno caratteristico della carta di identità napoletana. Il dubbio, poco amletico, Pandev-Insigne è un atout nelle mani dell'allenatore che sa di avere a disposizione calciatori tecnicamente analoghi, fisicamente diversi, tatticamente perfidi per qualunque avversario. Hamsik sembra essersi "liberato" del secondo ruolo, alle spalle di Lavezzi, è lui a dirigere l'orchestra, la sua gioventù è garanzia non soltanto di freschezza.
Se poi in cima a tutto ci sta Cavani allora il totale porta al pieno di punti attuale e alle premesse di una stagione con i fuochi di artificio che a Napoli sono di casa. Resta il problema del contratto di Mazzarri e dei suoi dubbi paraesistenziali.
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