Serve l'orgoglio, in palio c'è una finale che può valere un futuro europeo di prestigio. Nella serata di Europa League il Napoli deve pensare ad urlare di più in campo e cancellare il pari dell'andata del Dnipro (pure viziato dal gol ucraino in offside che aveva fatto sbottare De Laurentiis contro Platini); la Fiorentina deve dimostrare di non essere l'eterna incompiuta, anche se recuperare tre gol ai campioni in carica del Siviglia sembra più che un'impresa. Una finale tutta italiana è meno probabile, alla luce di quanto accaduto nel primo round di giovedì scorso. L'ultima targata tricolore risale al 6 maggio 1998, quando furono Inter e Lazio a giocarsi l'allora Coppa Uefa. L'ultima con almeno un'italiana un anno dopo, con il Parma che a Mosca piegò il Marsiglia.
Il Napoli è sbarcato a Kiev senza il patron De Laurentiis, rimasto a Roma a risolvere i rebus dello stadio e della panchina, con Benitez (furioso per la squalifica in campionato dopo la frase infelice del post Parma, «sono sorpreso che abbiano sentito le mie parole sull'ostruzionismo del calcio italiano e non i cori sul Vesuvio e sui napoletani», così ieri polemicamente il tecnico spagnolo) non ancora sicuro di restare in riva al Golfo. Solo 300 tifosi al seguito, nonostante la serata storica (una finale europea manca agli azzurri da 26 anni), colpa dei costi elevati e la scomodità della trasferta di Kiev. Ma in molti, in barba alla scaramanzia, hanno già investito sul volo+hotel per la trasferta di Varsavia, sede della finale.
Il pareggio (1-1) di giovedì scorso al San Paolo è un pessimo punto di partenza. Pesano gli errori sotto porta e in particolare quello commesso dall'arbitro norvegese Moen e dal suo assistente Haglund, che regalarono un gol al Dnipro. La designazione del 42enne serbo Mazic per la gara di ritorno sembra una garanzia: arbitro di polso, internazionale dal 2009 e uscito alla grande da un'altra semifinale di Europa League tra Fenerbahce e Benfica giocata nella bolgia di Istanbul. Anche se l'unico precedente con gli azzurri (autunno 2013) parla di un ko all'Emirates Stadium di Londra contro l'Arsenal. «Questo è il miglior Napoli degli ultimi anni, vogliamo fare la storia per essere ricordati sempre - così capitan Hamsik -. Il valore aggiunto? Lo hanno portato Benitez e Higuain». Il Pipita, tra l'altro, insegue altri due traguardi: il titolo di capocaponniere della competizione e il primo trofeo con un club. «Scenderemo in campo per far gol e vincere - così l'allenatore del Napoli -. Loro difendono e ripartono bene, sono forti su palla inattiva, ma noi abbiamo fatto 98 gol finora e puntiamo ai 100. E se Higuain avrà di nuovo tre occasioni come all'andata, qualche rete la farà».
In casa Fiorentina si crede alla rimonta dallo 0-3, impresa riuscita in passato al Bologna di Gigi Radice (Coppa Uefa 1990/91) e al Parma di Nevio Scala (Coppa Coppe 1995/96) e solo sfiorata nel 2013 dall'Inter di Stramaccioni contro il Tottenham. «Non mi è mai piaciuto dare percentuali, di sicuro contro il Siviglia ce la vogliamo giocare fino in fondo: dico 10-15% di passare il turno, venderemo cara la pelle - così il tecnico viola Montella -. Tre i motivi per cui ci credo: il Siviglia è una grande squadra ma noi non siamo da meno; domenica a Empoli abbiamo dimostrato di poter essere più concreti sotto porta ed è quello che servirà; la convinzione che può bastare un gol per cambiare il destino di questa sfida, confido anche in un po' di fortuna che all'andata ci è mancata. Noi siamo pronti, certi anche di poter contare sul grande sostegno dei nostri tifosi».
Montella tira anche una stoccata a De Laurentiis dopo le lamentele per i torti arbitrali
dell'andata: «Non mi trovano d'accordi i suoi attacchi, pure noi abbiamo subito a Siviglia dei torti ma come Fiorentina, anche dopo sconfitte pesanti come quella di una settimana fa, abbiamo accettato tutto sempre con sportività».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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