Le notti di Champions, aveva sottolineato Sarri alla vigilia della terza tappa del girone europeo, hanno un fascino particolare e regalano stimoli ed emozioni particolari. Ma il Napoli attuale, reso instabile e svagato da un momento psicologico e fisico complicato e da due sconfitte di fila (evento più unico che raro nell'era del tecnico toscano), tradisce anche in campo continentale, porto sicuro di quest'inizio di stagione. Il terzo ko di fila con il Besiktas, dopo quelli con Atalanta e Roma, apre scenari drammatici e fa scattare l'allarme rosso, legittimando la crisi dei partenopei.
Partita pazza e stregata per gli azzurri, che recuperano due volte il risultato, sbagliano uno dei due rigori concessi e poi vengono beffati sui titoli di coda anche se con una rete forse irregolare. La notte del rilancio diventa così quella dell'ennesima delusione: si interrompe la striscia positiva del Napoli di undici partite casalinghe in Champions (diciotto se si considera l'Europa League), mentre il Besiktas torna a vincere in trasferta nella Coppa più prestigiosa dopo sette anni (ultima volta sul campo dello United, stagione 2009-10).
L'assenza di Albiol nel reparto difensivo si fa sentire, come dimostrano i sette gol incassati nelle ultime tre sfide (persino Reina, alla 150ª europea, è in vena di regali); la prima europea stagionale di Maggio diventa un incubo al cospetto dell'esperto Adriano (ex Siviglia e soprattutto Barcellona) che sblocca l'equilibrio dopo 12 giri di lancette e fa iniziare la notte maledetta del Napoli; Insigne non riesce a superare il blocco realizzativo (ieri sera un rigore tirato male e quindi fallito, diventano 17 le gare senza un gol personale) e saluta il match dopo poco più di un'ora tra i fischi del pubblico; Jorginho sembra fuori fase fisicamente e mentalmente, come dimostra lo scellerato retropassaggio che favorisce il primo gol di Aboubakar.
E Sarri, che sicuramente conosce gli attuali limiti del suo gruppo ma che preferisce non variare lo spartito (il 4-3-3) decide nell'immediata vigilia dell'incontro di tenere fuori a sorpresa dai titolari Manolo Gabbiadini, «sfiduciato» per la seconda volta dopo il cambio poco gradito durante la sfida con la Roma e poi «depresso» in panchina, almeno fino a quando non viene chiamato in causa, lasciando il suo sigillo sulla partita con la trasformazione del secondo (e forse generoso) rigore guadagnato da Mertens. Il tridente leggero, con il belga falso nueve, è stata per 64 minuti l'alternativa proposta dal tecnico del Napoli, quasi una soluzione d'emergenza per un attacco che sta perdendo pezzi. E Mertens, che realizza il suo terzo gol europeo stagionale (il 19° in carriera), fa il suo dovere in un abito che sta cercando di indossare al meglio.
Se però si concede troppo in difesa (di fatto il Besiktas ha segnato tre gol su altrettanti tiri in porta), si perdono palloni in maniera banale e superficiale e sotto porta non si ha la lucidità giusta, ecco che si rischia la figuraccia. Il ko di ieri sera, sicuramente diverso da quello subito dalla Roma che aveva giocato meglio del Napoli soprattutto a livello tattico, dimostra che Sarri dovrà lavorare sodo sul morale della truppa. E sulla condizione fisica di molti elementi, Jorginho e Insigne in primis, forse è il caso di iniziare a utilizzare di più alcuni dei nuovi acquisti estivi, da Rog a Giaccherini.
Ma è sulla testa dei giocatori che il tecnico deve lavorare, per non gettare al vento una qualificazione europea che resta alla portata (anche se c'è da far visita a Benfica e Besiktas) e non perdere troppo terreno in campionato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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