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Il Napoli torna a correre, ma Spalletti alza i toni

Il tecnico su Insigne in panchina: "Deciso con lui. Non mi rompete i c... o me ne torno in campagna"

Il Napoli torna a correre, ma Spalletti alza i toni

Un altro segnale al campionato, un altro colpetto alla classifica. Il Napoli di Spalletti sa soffrire e sa vincere nella sofferenza, è la dote principale che emerge dal derby campano. Tre punti portati via con il sudore per ovviare più a limiti propri che ai meriti degli avversari, tignosi e duri, con evidenti limiti dal centrocampo in su. Decide Zielinski, tra i meno brillanti fino a quel momento, ma è più giusto sottolineare che a decidere il match dell'Arechi siano stati Elmas e Petagna, entrati nel momento caldo ma alla fine i più abili nel rovesciare gli equilibri e nel garantire la spinta giusta.

Si sapeva che sarebbe stata difficile, come è difficile ogni gara in cui l'avversario si difende in dieci dietro la linea della palla. Senza farsene una ragione di vergogna, come aveva sottolineato Colantuono alla vigilia, piuttosto per puro spirito pragmatico: l'intensità, i contrasti e una fase difensiva a oltranza hanno consentito alla Salernitana di arrivare indenne all'intervallo, costringendo il Napoli a un lungo possesso palla, troppo in orizzontale rispetto alle abitudini degli azzurri. Mancava Osimhen e l'assenza del nigeriano s'è sentita oltre il dovuto, perché con Insigne in panchina. «Macché caso, era fuori per un affaticamento, ha deciso lui...» spiegherà Spalletti. Che più tardi rincara: «Sono stato due anni in campagna, ora se non rompete i cog... sono tornato, altrimenti ci stavo cinque anni». Non è accaduto nulla». Se, i tre piccoletti in avanti hanno elemosinato spazi e profondità per dialogare, o almeno per giungere alla conclusione in area. I padroni di casa hanno lasciato metri sulle due fasce laterali, perché da lì al massimo sarebbero partiti cross al centro dove i centimetri granata hanno fatto la differenza. Ai partenopei è rimasto il fraseggio centrale, però è stato un muro contro muro perché i raddoppi in marcatura non hanno lasciato ragionare, né concludere, centrocampisti e trequartisti. Eloquente il dato statistico al 45': nove tiri a uno in favore del Napoli ma nessuno nello specchio della porta, compresa la grande chance iniziale inghiottita da Zielinski a pochi passi da Belec.

La scossa è arrivata dalla panchina, c'è lo zampino di Petagna nell'azione che porta al vantaggio nella domenica di Insigne in panchina e di Osimhen a casa: nel finale infuocato tipico da derby, il rosso a Kastanos e Koulibaly non incide.

Incide invece il salvataggio di Di Lorenzo su Ribery, fotografia del match: la capolista sa vincere anche soffrendo.

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