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Il nascondino dell'Inter. Marotta gioca con la Joya. Inzaghi, déjà vu da paura

Il tecnico: "Anche l'anno scorso doveva andare via solo Hakimi. Ora partiamo dietro il Milan..."

Il nascondino dell'Inter. Marotta gioca con la Joya. Inzaghi, déjà vu da paura

La stagione dell'Inter comincia oggi (raduno stamane per i non nazionali, ritiro per tutti da domenica) ma Simone Inzaghi è già lanciato verso il debutto in campionato (13 agosto, a Lecce). Con malcelata delusione per lo scudetto perso in volata, la paura quasi dichiarata del mercato tutt'altro che finito e il classico giochino del nascondersi all'ombra degli avversari. «Partiamo dietro il Milan che è campione d'Italia, lotteremo come sempre in 5/6 squadre, ma noi ci saremo».

Inzaghi risponde stizzito a chi gli chiede se dopo un mese e mezzo ha capito se è stato il Milan a vincere l'ultimo titolo o invece l'Inter a perderlo: «Siamo orgogliosi di quanto fatto, delle 2 Coppe vinte, degli ottavi di Champions che questo club non raggiungeva da più di 10 anni, il Milan ha meritato». Ai cambi nel derby di inizio febbraio, che rimisero Pioli in partita e il Milan in corsa, avrà certamente pensato anche lui, e più volte. Che glieli abbia recentemente ricordati anche Calhanoglu non gli avrà fatto piacere, ma tant'è. Il passato è andato, e lo scudetto anche. «Vogliamo migliorare quanto fatto nell'ultimo campionato, ma non sarà semplice. Di certo ricordo che l'8 luglio di un anno fa, c'era chi non metteva l'Inter fra le prime 4». Non noi, che a fine mercato consideravamo l'Inter più debole dell'anno prima, ma ancora più forte di tutti.

Per essere alla vigilia del primo giorno di scuola, Inzaghi è generoso. Spiega quello che molti non avevano capito a proposito di Handanovic («sarà il nostro titolare»), e perciò s'interrogavano sul nuovo capitano, senza capire che c'era già quello vecchio. «Onana è il portiere del futuro, avrà le sue opportunità perché sappiamo qual è il suo valore ed è già un anno che abbiamo puntato su di lui».

Il tecnico spiega poi il progetto di avere 20 giocatori di campo, 2 per maglia, «perché i primi 3 mesi saranno fitti di impegni come mai è capitato e bisognerà alternare le forze», cui verranno stabilmente affiancati 3 ragazzi della Primavera campione d'Italia e poi tradisce la grande... inconfessabile paura, ogni volta che le domande intrecciano il mercato in uscita. «Anche un anno fa, si pensava che dopo Hakimi non sarebbe partito nessuno e invece sappiamo com'è andata a finire».

Oggi è Skriniar il giocatore sull'uscio, e la speranza di Inzaghi è che non ce ne debbano essere altri. Nel frattempo pare però che la proprietà abbia un po' allungato i tempi per l'attivo di 60 milioni, da realizzare non entro il prossimo agosto, ma entro la fine della stagione appena cominciata, quindi di mezzo ci sarebbe un altro mercato dopo questo, e addirittura oltre.

Felice di ritrovare Lukaku che l'anno scorso aveva solo fatto in tempo a incrociare, Inzaghi potrebbe però non allenare mai Dybala, questo almeno lasciano intendere le parole di Marotta. «Rappresentava un'opportunità, anzi la rappresenta ancora, ma in quel settore siamo ampiamente coperti. Resta l'affetto e la considerazione per un grande giocatore». L'impressione è che per vedere davvero la Joya in nerazzurro non basterà sbarazzarsi di Sanchez.

Ed è probabilmente pensando a Lautaro e a quel che è capitato con Lukaku, che a Inzaghi tornano i cattivi pensieri di un anno fa.

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