Nedved è tornato a correre. Ma la Juve non lo segue più

Sissoko batte Tiago. Ma Belardi deve fare il Buffon. Del Piero e Trezeguet in giornata "no". Il Cagliari ora è senza paura

Nedved è tornato a correre. Ma la Juve non lo segue più

Torino - Vorrebbero ma, per motivi diversi, non possono. Cosa? Rendersi utili alla Juventus. Chi? Tiago e Sissoko. Il primo gioca fino a metà ripresa, il secondo ne prende il posto: fischiato Tiago, applaudito Sissoko. Il portoghese triste ne azzecca poche - tra queste, però, il pallone recuperato che permette a Nedved di segnare il gol del pareggio - e il pubblico non ne può più: quando Ranieri manda in campo il gigante maliano, dagli spalti si sentono ululati misti a sospiri di sollievo. E Sissoko che fa? Appoggia una palla per Molinaro, poi recupera in scivolata, serve bene Salihamidzic su un taglio in profondità e via di questo passo. Fino a un pallone perso nella metà campo avversaria che dà il là a un contropiede pericolosissimo che per poco non consente al Cagliari di ripassare in vantaggio.

Non ha piedi troppo educati, l'ex del Lverpool, ma lo si sapeva: garantirà sostanza, questo sì. Sostanza di cui la Juve del 2008 ha bisogno come il carcerato dell'ora d'aria: nell'anno nuovo, in campionato i bianconeri non hanno ancora vinto in casa (0-0 contro la Samp, 1-1 ieri) e paiono anche un po' stanchi, pur se Ranieri minimizza e, anzi, nega. «Lo fossimo stati, non avremmo spinto fino alla fine». A dire il vero è stato il Cagliari a sfiorare il gol più volte nella ripresa, ma evidentemente in casa Juve non se ne sono accorti. Del resto, con una classifica che resta positiva in proiezione Champions non è il caso di andare troppo per il sottile. Ranieri non vede l'ora di avere tutti a disposizione e di poter di nuovo aumentare il ritmo: ieri ha recuperato Camoranesi ma gli mancava, per squalifica, Zanetti.

Che è l'unico in grado di dare equilibrio alla squadra, vero metronomo della truppa: «Resto fiducioso, possiamo migliorare molto». Sicuro.

Se però l'allenatore della Juventus beatifica il «Belardi che ha fatto il Buffon» contro l'ultima in classifica, vuol dire che qualcosa non ha funzionato davvero. Vietato comunque dirlo ad alta voce. Sei punti in quattro partite, nel 2008: pochi. Qualcuno, tra i tifosi, ha già messo Ranieri nel mirino.

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