Ciclismo

Nel Giro degli "omaggi" Armirail va in rosa

Successo bis del tedesco Nico Denz: è la terza vittoria "teutonica" in 4 giorni

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Prima i tagli, poi gli omaggi. Sembra di essere ad un discount, invece siamo al Giro d'Italia. Che è certamente festa e colori, non certo calore visto che anche ieri la pioggia è caduta incessantemente per tutto il giorno.

Ma è anche mercato, con le sue occasioni, i suoi regali e le sue concessioni. Dopo il «cadeaux» di Remco Evenepoel che dopo tre giorni ha gentilmente ceduto al norvegese Leknessund la maglia rosa, ieri è stata la volta di Geraint Thomas, il quale dopo quattro giorni l'ha omaggiata al transalpino Bruno Armirail, che ha riportato il simbolo del primato Oltralpe dopo ventiquattro anni, Giro 1999, con Laurent Jalabert. Per la storia: quello era il Giro di Madonna di Campiglio e del dramma Pantani.

Prima i tagli di percorso, poi gli omaggi in nome della rosa, che tutti sognano e agognano, ma per il momento nessuno si straccia le vesti per averla.

«Alla vigilia dell'ultima settimana di montagne (oggi tappa a Bergamo, domani giorno di riposo, ndr) spiega Matteo Tosatto, diesse della Ineos Grenadiers di Thomas è bene tenere la squadra tranquilla, senza tanta pressione. Ci aspettano tante montagne, tante tappe impegnative, già da martedì con il Monte Bondone. Al momento non c'è da difendere la maglia rosa, ma c'è da conquistare il Giro, che è tutt'altra cosa».

Chissà che oggi non si cominci a vedere qualcosa.

La tappa di Bergamo, una sorta di piccolo Lombardia, si presta a battaglie e agguati, dopo tra l'altro l'ennesima giornata di pioggia, un'altra giornata da tregenda, questa volta da veri Giganti della strada, che l'altro giorno nella tappa svizzera di Crans Montana si erano però ridotti al ruolo di puffi.

Ieri, è bene ribadirlo, si sono chiaramente superati tutti, in un clima ben più cattivo del giorno precedente. Chissà se è stata la reazione d'orgoglio di un gruppo che chiaramente ne è uscito con le ossa rotte, tra fischi e buuu. Per la serie: per essere credibili, le proteste devono anche essere fondate.

Lo ricorda Enrico Della Casa, presidente dell'Unione europea del ciclismo (UEC, ndr) e vice-presidente mondiale: «Noi eravamo lì e non siamo stati nemmeno interpellati ci dice -. Ho sentito il leader del sindacato, Christian Salvato, sparare contro tutti e tutti: si può discutere di ogni cosa, ma a bocce ferme, così si fa solo il male del nostro sport». Salvato, sistemato.

Anche Nico Denz, già vincitore a Rivoli, sistema tutti allo sprint, precedendo Gee e il nostro Bettiol regalando la terza vittoria tedesca in quattro giorni.

In un Giro di omaggi, a Denz nessuno regala niente.

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