Nel monomarca Ducati non c'è più spazio per i giapponesi

Cinque Rosse davanti, 8 nelle prime 10. Honda umiliata nella pista feudo

Nel monomarca Ducati non c'è più spazio per i giapponesi
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È una Ducati mondiale quella che trionfa in Germania sul circuito old school del Sachsenring. Da anni terra di conquista della Honda, prima con Dani Pedrosa e poi con Marc Marquez, che sul circuito tedesco ha inanellato ben dieci vittorie consecutive dal 2010 al 2021, il riscatto della Casa giapponese doveva ripartire proprio da qui, invece è stata una disfatta assoluta. Il Cannibale ha alzato bandiera bianca dopo l'ennesima caduta durante il warm up in cui si è procurato anche una piccola frattura al pollice della mano destra. «Ho preso troppe botte, non mi sento di correre. Preferisco stare calmo. Ho anche una piccola frattura, non mi sento davvero pronto», ha detto dopo il sesto volo nel week end di Gp lo spagnolo demoralizzato dal calvario di una moto che non gira.

Fuori lui, nelle retrovie il vincitore dello scorso anno Fabio Quartararo (13°), con solo le Ktm di Binder e Miller a infastidire, lo strapotere Ducati: Jorge Martin fa il bis dopo la Sprint e si gode la prima vittoria stagionale. Dietro di lui il leader Pecco Bagnaia che ci ha provato in tutti i modi, tanto che alla fine del penultimo giro ha addirittura tamponato il rivale. Non contento ci ha riprovato ancora per poi arrendersi per 64 millesimi. Terza, l'altra Pramac di Johann Zarco. Ai piedi del podio Marco Bezzecchi, 4° e Luca Marini 5°, ed ancora Alex Marquez, 7°, Enea Bastianini, 8° e Fabio Di Giannantonio, 9°. Sul traguardo 8 Desmosedici nelle prime 10, cinque nella top 5: un risultato storico per la Casa italiana, visto che l'ultima volta che era successo risale al GP del Brasile 2003 dove a Rio il colosso della Honda aveva piazzato 5 moto davanti a tutti.

«Abbiamo dei ragazzi speciali», ammette l'ad di Ducati Claudio Domenicali, «ma è anche vero che a casa gli ingegneri e i meccanici stanno facendo un lavoro straordinario: questa è sempre stata una pista poco adatta alle nostre moto, e guardate cosa è successo». Tagliato il traguardo, Martin fa esplodere petardi di felicità e piange dalla commozione: «Era tanto che ci provavo, finalmente è arrivato questo momento. Un risultato che pone fine ad un anno difficile. Questo è solo il primo passo, mi sto avvicinando». «Ci ho provato sino alla fine perché vincere ha un sapore speciale, ma Jorge era più forte», ha fatto eco Bagnaia.

Borgo Panigale lascia la

Germania con ben 4 moto nella classifica mondiale con Pecco leader seguito da Martin (a -16 punti), Bezzecchi e Zarco. Sembra quasi un monomarca. Ma è tutto frutto del lavoro fatto a Borgo Panigale. Domenica si ripete ad Assen.

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