O tto vittore di fila. Mettendo in ghiaccio la partita fin dal primo tempo: un gol su punizione di Dybala per cominciare, una zuccata di Bonucci appena prima di metà gara su assist da fermo sempre della Joya. Poi, il sigillo di Zaza e Verona al tappeto. Allegri voleva che la Juve ricominciasse il campionato dimenticando il panico finale di Modena - contro il Carpi - ed è stato accontentato. La Signora ha ripreso a marciare e i 24 punti messi insieme uno in fila all'altro sono un segnale chiaro di quello che potrà accadere anche nel prossimo futuro. La partita in realtà non è mai esistita: bianconeri ben dentro il match fin dal pronti via, scaligeri impauriti e con il solo Pazzini a fare baruffe lì davanti. Giusto il tempo di vedere Lichtsteiner calciare verso la porta avversaria trovandosi chissà perché e chissà per come - dal lato sinistro dell'attacco bianconero che già si arrivava al vantaggio. Tanto per cambiare, perla di Dybala: stavolta su punizione dopo un fallo di Souprayen su Lichtsteiner, primo gol da fermo (rigori a parte) dei campioni d'Italia dallo scorso derby di aprile quando a segnare era stato Pirlo. Da un numero 21 all'altro, ecco: eredità raccolta, pur in un ruolo del tutto diverso ma con le stesse stimmate del fuoriclasse. Lì si sarebbe anche potuto finire, pur se Buffon doveva sporcarsi i guanti per dire di no a un'acrobazia di Pazzini: registrato il tutto, la Juve continuava a giocare e il Verona a stare là dietro, rintanato nel 4-4-2 che è da sempre il marchio di fabbrica di Delneri, uno che la Juve l'ha pure allenata essendo stato la prima scelta della gestione Agnelli-Marotta. Non si sentiva la mancanza di Mandzukic, Pogba alternava giocate semplici ed efficaci a colpi ad effetto ora produttivi ora no, ma la sensazione non era mai quella per cui il match sarebbe potuto tornare in equilibrio. E se i tifosi della Sud cantavano stiamo arrivando dopo avere festeggiato il gol di Bonucci, la musica dello Stadium rimaneva la stessa fino all'ingresso del solito Zaza: uno che gioca poco ma che la butta dentro. Prima di Natale segnava una rete ogni 74': ieri ci ha impiegato invece 180 secondi dopo avere preso il posto di Morata - a sfruttare un assist di Pogba abbassando così la media a un gol ogni 63'. Le voci di mercato che lo riguardano continueranno, ma si sa che segnare aiuta a vivere meglio e, nel caso il numero sette rimanesse a Torino, anche il ct Conte prenderà nota della sua capacità di entrare a partita in corso con la testa giusta. «Dobbiamo ancora migliorare a livello di gioco ha detto alla fine Allegri -.
Soprattutto, bisogna rimanere sempre con la testa nel match perché, appena dopo essere passati in vantaggio, abbiamo concesso al Verona la palla del pareggio». Più o meno incontentabile, ecco. Adesso, le trasferte di Marassi (contro la Samp) e Udine: sotto a chi tocca.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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