Calcio

Nella notte inquietante medaglietta a Inzaghi

Ancora una volta Inzaghi ha vinto la sua sfida, ringrazi il piede di Dumfries, le mani di Onana e i pali del Dragao

Nella notte inquietante medaglietta a Inzaghi

Una notte di sprezzante inquietudine regala la medaglietta a Simone Inzaghi, alla faccia dei detrattori e dell'eterno ricordo rivolto al Conte Antonio che, ai quarti di Champions, non c'è mai arrivato. Ieri sera l'Inter si è infilata nella situazione in cui il suo tecnico si trova ormai da tempo: sorta di equilibrio instabile da reggere con la forza dei nervi. Inzaghi c'è abituato e si è visto. Del resto l'Inter, nella storia sua e di Sergio Conceicao, ha segnato sempre momenti indimenticabili. E lui ne è uscito bene pure stavolta.

Chissà cosa si saranno detti Simone e Sergio prima di toccare il campo. Ti ricordi? Quel 5 maggio dove finì peggio per il portoghese che vestiva la maglia dell'Inter e Simone quella della Lazio, parti invertite come i colori vestiti ieri. O magari avranno rievocato quel 5-1 al Marsiglia, entrambi in colore laziale: anche allora era un 14 marzo, targato 2000. Simone entrò nella parte del mattatore, un poker suo di gol rimasto nella storia: non sono tanti quelli che li hanno sommati in Champions. E Simone è ancora l'unico italiano. Bella notte, si saranno detti, prima di affrontare questa resa dei conti.

Inzaghi sapeva far gol, qualcuno dei suoi dovrebbe imparare: Lautaro ha fatto vedere solo colpi di tacco e Dzeko una solitaria impotenza prima di lasciare il posto a Lukaku. Chi sta peggio? Inzaghi o i suoi giocatori? Il Porto ha dimostrato tutti i limiti dei nerazzurri, talvolta imbarazzanti nelle imprecisioni, prima ancora dell'ondivago dirigere del tecnico. Il qualunquismo tifoso che continua a invocare Conte, scappato da Milano com'era scappato da Torino, dovrebbe rivedere qualche concetto e l'obiettivo del tiro a segno. Conceicao, ancora una volta, è stato tradito dall'Inter.

Simone ancora una volta ha vinto la sua sfida e magari ringrazi il piede di Dumfries, le mani di Onana e i pali del Dragao.

Dunque, tutto è bene quel che finisce bene? Non è detto: con l'Inter mai dire mai.

Commenti