All'Inter la chiamano Next generation e hanno infiocchettato l'idea con la vittoria dell'anno scorso che mandò in orbita il tecnico più che i giocatori. Venne definito il successo nella coppa dei Campioni dei giovani. Salvo farci capire, con qualche mese di ritardo, che c'è Next e Next. E magari tutto finisce nell'Ex Generation. Da Next a Ex il passo è breve e l'alacre lavoro di mercato dell'ultimo decennio lo ha spesso dimostrato. Ricordate i ragazzi terribili incensati l'anno passato? Qualche nome: Duncan, Longo, Livaja, Bessa, Crisetig. Bene, sono tutti partiti con destinazione (futura) incerta. Eppure dovevano rappresentare la nouvelle vague nerazzurra. Che poi il futuro sia stato riversato solo in panchina (Stramaccioni) è frutto di un pallino di Moratti. Ad Appiano sono rimasti M.Baye, Di Gennaro Benassi, che tra finale e semifinale non giocò nemmeno un minuto, e pochi altri. Ma i top sono partiti. Si dice sempre: per farsi le ossa. Poi chissà perché le storie nerazzurre la raccontano diversamente.
Basta sfogliare l'album delle figurine. Mettiamoci Balotelli, Destro e Bonucci, i più famosi. Si dirà: Supermario era un devastatore di rapporti nello spogliatoio. Lo sopportava solo Moratti, che dallo spogliatoio se ne stava lontano. Ma oggi Balo sta dall'altra parte. Il caso Destro ha percorso le strane vie del mercato e Bonucci non è stato creduto, eppure giocava nell'Inter Primavera quando nella Juve giovani vestivano la maglia Lanzafame e Giovinco che oggi è meno titolare di lui. Già, quando mai la Next resta Next e non diventa Ex nel pianeta nerazzurro?
Ricordate? Pasquale e Faraoni(Udinese), Khrin e Andreolli. Tutti ragazzi per il futuro, raccontavano ad Appiano. Eppoi Bolzoni (ora al Siena), Nicola Beati, centrocampista raffinato, Dellafiore che doveva essere un grande stopper, Silingardi e Filkor, Caldirola e i portieri Cordaz (ci giuravano), Tornaghi ora negli Usa, e Viviano. Meggiorini e Acquafresca, Fatic, Maaroufi, Maa Boumseng, oltre a ragazzi stranieri un po' più famosi: Martins, Biabiany, Obinna.
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