Roma La fiammata di Nainggolan tiene vivo il campionato e mette ulteriore pepe alla sfida dello Stadium di sabato prossimo. Juventus contro Roma sarà l'ultima gara del 2016 dei bianconeri nella quale capire se la truppa di Allegri potrà ammazzare il torneo o vederlo riaperto da un colpo dei giallorossi.
Nella notte dell'Olimpico in cui De Rossi e compagni si liberano della compagnia del Milan, emerge un dato su tutti: se sei inferiore dal punto di vista tecnico (e la squadra di Montella lo è, se non altro per la rosa giovane, anche se con ragazzi promettenti, e per un'infermeria al momento affollata) e sprechi un'occasione ghiotta (un rigore sullo 0-0), rischi di uscire battuta. Perché l'avversario, pure non esaltante o spettacolare come in altre serate, ha la giocata che può farti male. Come nel derby di domenica scorsa, il guerriero Nainggolan mette il suo sigillo e dopo essere stato imbrigliato per un'ora, concretizza il predominio territoriale dei padroni di casa. Che ritrovano il pubblico (42mila ieri sera allo stadio con la curva Sud di nuovo piena) pure se si gioca di lunedì, confermano la legge dell'Olimpico (otto vittorie su altrettante gare di campionato, che diventano undici considerando le ultime tre della passata stagione) e di fatto sanciscono il ruolo di vera seconda forza del torneo.
In campo ci sono le inseguitrici principali della Juve, ma nonostante gli stessi punti in classifica in varie graduatorie di rendimento il Milan risulta molto indietro rispetto alla Roma. Tenendo conto poi delle formazioni titolari (giallorossi con più tecnica, rossoneri con un maggiore tasso di gioventù tanto che l'undici iniziale ha una media di 23 anni e 343 giorni, mai così nessuno in A quest'anno) facile dire che il canovaccio sembrerebbe già scritto: la truppa di Spalletti a fare la partita, quella di Montella a cercare di imbrigliare gli avversari e a sfruttare i lanci in profondità. E dopo la sfuriata iniziale della Roma, che partorisce un tiro di Dzeko deviato da Donnarumma, il Milan riesce nell'intento, chiudendo quasi tutte le linee di passaggio e andando a pescare Lapadula in area. In una di queste occasioni, arriva anche l'episodio del rigore che potrebbe cambiare gli equilibri del match. Niang fallisce per la seconda volta di fila (come a San Siro contro il Crotone domenica scorsa) ma il pericolo scampato, fatta eccezione per una buona giocata di Dzeko che sfiora il gol in diagonale, disorienta la Roma. Costretta anche a mutare interpreti per l'infortunio al ginocchio di Bruno Peres (rude il duello con De Sciglio) e l'ingresso dell'ex El Shaarawy, di fatto l'unico cambio possibile in una panchina orfana anche dell'influenzato Totti.
Riacquistata lucidità nell'intervallo, la Roma parte in maniera veemente e il Milan cerca di frammentare il gioco avversario. Fino a quando Nainggolan non inventa la giocata che spacca la partita.
Da allora i rossoneri, nonostante qualche cambio, possono solo contenere la squadra giallorossa: Dzeko cerca con insistenza il gol della sicurezza, il Milan fatica a farsi vedere dalle parti di Szczesny che quando è impegnato risponde presente. La Roma si incorona rivale numero uno, sabato il superduello a Torino.
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