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Nibali, che impresa: il Giro è suo

Stacca tutti sulla Lombarda, rimonta Chaves e vola in rosa In due tappe si riprende una corsa che sembrava ormai persa

Nibali, che impresa: il Giro è suo

Sant'Anna di Vinadio - La montagna vibra, freme e si scuote al passaggio di Vincenzo Nibali: poi il boato, liberatorio ed inebriante. Vincenzo Nibali, l'uomo che aveva perso il Giro non una, non due, ma tre volte, lo vince con due tappe da campione. Con due tappe da autentico fuoriclasse. Il 99° Giro d'Italia è di questo ragazzo immenso, che dopo una Vuelta e un Tour adesso può godersi a peni polmoni anche il suo secondo Giro d'Italia, che lo proietta tra i più grandi corridori di sempre. Questo ragazzo è un Mennea, è una Sara Simeoni, è un Alberto Tomba è un Valentino Rossi, è un Juri Chechi, una Federica Pellegrini: è un talento assoluto, che ha estro e imprevedibilità, oltre al gusto della meraviglia.

Ma in una giornata come questa è giusto anche rendere onore allo sconfitto. A questo ragazzino colombiano che, nonostante perda il Giro, non perde il sorriso. Esteban Chaves. Il suo volto sereno e le sue parole sono unguento benefico per l'anima di tutti: «Io sono felice, sì, perché se tre anni fa, dopo l'incidente, mi avessero detto che sarei finito sul podio del Giro, nemmeno ci avrei creduto. Invece sono qui. Ho perso? Oggi Nibali era più forte. Questa è la vita. Ma è solo una corsa, non è la cosa più importante».

E se belle sono le parole di questo ragazzo di soli 26 anni, che ha rischiato tre anni fa di dire addio al ciclismo a causa di un rovinoso incidente, ancor più emozionate e struggente è l'abbraccio di Nibali, subito dopo il trionfo, proprio al papà e alla mamma del grande battuto. Una dimostrazione di stile e di sensibilità, cifra stilistica imprescindibile per un uomo come Vincenzo. Appena uscito dal tunnel nero, sa cosa significano certe mazzate, non faticando ad immedesimarsi.

Ma se riconosciamo la grandezza di Chaves e Kruijswijk, l'olandese volante, che nonostante una costola incrinata, ieri mattina ha deciso di partire ugualmente, per provare almeno a difendere il podio, abbiamo il dovere di dire senza se e senza ma, chi è Nibali. Questo è un grandissimo campione. Dopo ogni grande vittoria il siciliano si è sempre portato dietro i commenti degli scettici: anche in occasione del suo trionfale volo al Tour de France, ha trovato chi aveva da dire la sua. Tanto per rinfrescare la memoria, a coloro i quali forse abbiano perso il conto: un Tour, una Vuelta, due Giri. Più, tanto per gradire, un secondo e un terzo al Giro: un terzo e un quarto al Tour; un secondo alla Vuelta.

Questo per la storia, quella con la «S», maiuscola. Per quanto è successo ieri è il caso di fare un breve riassunto di una tappa che resterà negli annali. Dopo aver elencato i numeri di un campione, anche ieri il siciliano mette sulla strada numeri da fuoriclasse. Nibali attacca sulla salita della Lombarda, a poco più di 4 km dalla vetta. La sua è una progressione irresistibile, mentre Esteban Chaves vede davanti a se la maglia celeste diventare sempre più piccola. Sotto lo striscione del gpm, il suo vantaggio è già di 56''. Ieri mattina, al via da Guillestre il siciliano era lontano dalla rosa di 44''. Con la maglia virtualmente addosso si butta in picchiata dalla Lombarda, senza timori, come se non ci fosse domani, costruendo così la giornata perfetta. Chaves arriva al traguardo 1'36'' dopo, mentre Rein Taaramae, ex compagno di Vincenzo all'Astana, festeggia la vittoria della tappa.

Oggi ultimo atto di un Giro stupendo: da Cuneo a Torino, una passerella finale, giusto il necessario per fare una sgambata tutti assieme, prima della festa finale.

Prima del tripudio per un corridore che ha fatto qualcosa di eccezionale e di unico: alla Nibali.

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