Nicholas Esposito: "Vi racconto il mio mondo del pugilato..."

Nicholas Esposito, pugile classe 1994, ha toccato diversi temi tra cui la sua carriera, il movimento pugilistico in Italia e molto altro ancora

Nicholas Esposito: "Vi racconto il mio mondo del pugilato..."

Nicholas Esposito è un pugile nato e crescuito a Cremona, professionista dal 2016. Fin da piccolo si appassiona al mondo della boxe e inizia a fare attività nella palestra del suo paese "ABC di Cemona", fucina che ha sfornato diversi talenti divenuti poi campioni a livello europeo e mondialicome come Molesini e Penna. Con il padre, il fratello e il cugino per fare il salto di qualità decide poi di spostarsi a San Donato Milanese presso la palestra "Apot 1928" gestita dai fratelli Pasqualetti. La sua carriera da dilettante è ricca di successi fino ad arrivare all'Oro Aiba 69 chili superwelter, uno dei massimi riconoscimenti nella sua categoria.

Esposito vince battendo atleti uscenti da Olimpiadi, Mondiali ed Europei e l'ha fatto partecipando come club, le altre squadre in gara si erano invece presentate tutte come nazionali, austriaca, tedesca e svizzera. Nel 2016, Nicholas tenta l'avventura negli Stati Uniti, a Brooklyn, dove in un mese scocca la scintilla che gli fa capire che doveva passare al professionismo. Fa da sparring-partner contro Saddam Alì che aveva combattuto contro un fuoriclasse come Miguel Cotto. Tornato in Italia, Esposito capisce che deve fare il grande salto ma prima di diventare professionista vince un torneo di preparazione che fa capire ai suoi allenatori di essere finalmente pronto.

Il 2 dicembre del 2016 al Crown Plaza fa il suo primo combattimento da Pro e ottiene una preziosa vittoria. Si trasferisce a Bologna nella palestra di Carlo Serio (nel Serio Boxing Team), vince quattro combattimenti e decide poi di tornare a Cremona dove nel frattempo suo padre e suo fratello hanno aperto una loro palestra ancora attiva. Diventa campione d'Italia per la prima volta il 26 febbraio del 2020 vincendo contro Tobia Loriga. In esclusiva per ilgiornale.it, Esposito ha parlato della sua carriera, del movimento pugilistico in Italia e molto altro ancora:

Nicholas, secondo te mancano le strutture in Italia rispetto al resto d'Europa e del mondo per i ragazzi che si approcciano al mondo del pugilato?

"Secondo me siamo vicini alla media europea. Sicuramente si potrebbe fare molto di più magari pubblicizzando il movimento. Siamo abituati a consideare il pugilato come uno sport minore rispetto al calcio ad esempio ma qualcosa sta cambiando. Nell'ultimo periodo c'è un po' più di visibilità e ci sono molti più ragazzi che si iscrivono nelle palestre, ma non ci dobbiamo fermare. Fino a 3-4 anni fa era difficile trovare un ragazzo che ti chiedeva di sicriversi in palestra per iniziare a fare pugilato ma oggi sta cambiando la visione. Arrivare al livello americano la vedo difficile perché lì se ne parla come qui in Italia si parla del calcio e non penso arriveremo mai lì. Devo però ammettere che anche da noi la situzione è un po' mutata in positivo fortunatamente".

Si può dire che l'esperienza in America ti ha cambiato la vita?

"Sono stato un mese a Brooklyn e mi sono bastate due settimane per capire la mia strada. Ho fatto da sparring con dei pro che mi hanno spronato di passare al professionismo dicendomi anche che ormai era già tardi ma lì mi si è aperto un mondo. La boxe che facciamo qui non è minimamente paragonabile a quello che avviene lì negli States. La viene tutto più facile, dal pubblico, al seguito in generale, all'interesse degli sponsor. Ripeto il pugilato in America è considerato come il calcio in Italia".

Quali obiettivi ti sei posto nel futuro prossimo?

"Se tutto va bene a giugno combatterò per il mio quarto titolo in Italia, difenderò la cintura. L'idea del mio procuratore è quella di farmi vincere il titolo di campione italiano e poi lasciarlo vacante ma da vincente. Ad ottobre, poi, dovrò fare un test match contro un avversario di qualità, magari un francese, uno spagnolo o un tedesco e nel 2023 vorrei combattere per vincere la cintura di campione d'Europa nella categoria 67 chili welter. Attualmente sono al nono posto e vorrei scalare ancora la classifica".

Cosa può fare il movimento pugilistico per migliorare la situzione in Italia?

"I giornali ne devono parlare di più, gli sponsor possno fare tanto per noi. Pensa che per far appassionare al pubblico è bastato solo Dazn e poi tutto ha fatto il resto: dalle location belle, ai soldi e all'interesse che ha creato. Il movimento può solo crescere per arrivare a competere con la boxe tedesca o ignlese che sono a un buon livello".

Ti ispiri a qualcuno?

"Il portoricano Miguel Cotto e Arturo Gatti".

Quali sono le tue caratterische principali sul ring?

"Mi piace picchiare alla corta e alle media distanza ma sono anche versatile e nell'ultimo combattimento ho cambiato stile contro un pugile con cui avevo vinto il primo titolo. Agivo di rimessa volutamente visto che lui mi affrontava a viso aperto, ho usato molto il movimento di tronco e alla fine ho vinto. Ripeto, parto predisposto per la media e corta distanza ma un bravo pugile deve anche sapersi adattare alla situzione e all'avversario".

Esiste la possibilità che tu ti possa trasferire in America in pianta stabile?

"No, qui ho tutto e non vedo perché dovrei cambiare. Al massimo posso andare lì con il mio team, prepararmi, vincere e poi tornar in Italia. Per andare negli Stati Uniti devi avere sponsor alle spalle, un allenatore che ti vuole veramente bene e ci vogliono una serie di cose altrimenti fai un buco nell'acqua".

Dopo aver appeso i guantoni al chiodo ti vedi allenatore?

"Non lo so davvero.

Per il momento non mi interessa molto insegnare, voglio ancora fare parechi anni di boxe, di combatteimenti, arrivare al massimo delle mie possibilità, insieme al mio team e al mio staff voglio arrivare a tutto. Se ci sarà mai la possibilità di andare al Mondiale ben venga. Non mi manca davvero nulla, ho tutto qui a Cremona, magari potrei andare anche a Milano ma per il momento voglio continuare a combattere e a vincere".

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