Niente da fare per la Dea. Il Napoli scala l'Olimpo e ora è davvero in fuga

Più 8 sui bergamaschi, Osimhen mattatore e anche l'Atalanta regina in difesa si inchina

Niente da fare per la Dea. Il Napoli scala l'Olimpo e ora è davvero in  fuga

L'oro di Napoli fa ancora rintoccare l'ora del Napoli. Non c'era Kvara, Raspadori stava in panca ed allora ci ha pensato Osimhen a prender la squadra in spalla, squassare la difesa dell'Atalanta e mandare in fuga i suoi e in depressione metà Italia che voleva lo sgambetto. Per Napoli, di questi tempi, è tutta una questione di testa: testa della classifica, gol di testa che ha rilanciato la partita. Poi Elmas ha messo il piede per concludere l'opera e Simeone si è perfino mangiato la terza rete. Dice la statistica che i gol di testa sono un altro oro di Napoli, altro numero da primato come pure la nona vittoria consecutiva. Comunque sia anche stavolta la gente di Spalletti ha fatto intendere la differenza con le inseguitrici.

Tutto il bello del match sviluppato nel primo tempo dove si è disegnata la varietà dei copioni: prima l'Atalanta che guizza e ghiribizza ma poi si incarta. E, subito dopo il gol bergamasco, ecco il Napoli che ritrova il trita difese Osimhen e tutto diventa più facile ed armonioso. Mettete la bravura di Lobotka e Zielinski nel proporre gioco d'attacco e capirete il grattacapo per la gente di Gasp. Buon per i cultori del calcio che conquista, ed anche per chi crede nel football dei goleador. L'Atalanta, dopo tre minuti, si è vista sbattere la porta in faccia da un tiro lezioso del danesino Hojlund (poi sbaglierà ancora) che ha mandato una palla gol sullo stinco di Meret. Avranno sorriso Oriali e Mancini, in tribuna, nel vedere la reattività di un portiere italiano, bravo pure nella ripresa su un tiro di Maehle. Solitamente il pallone non perdona simili sbadataggini, eppure l'Atalanta deve aver supposto di averla scampata quando un colpo di mano di Osimhen ha permesso a Lookman di battere un rigore, con rincorsa corta, per infilare un siluro all'incrocio dei pali. Che pensare? L'Atalanta, con la sua difesa corazzata e la strategia uomo su uomo simil dogma, adesso va a nozze. Invece, nel giro di 4 minuti, sono arrivati i fichi secchi recapitati dal mattatore di giornata, alias l'uomo mascherato intento ad una sfida tra uomini mascherati (anche Musso lo era). Le cose sono andate meglio per Osimhen che, dapprima ha pescato il vuoto nella difesa avversaria per l'ennesimo gol di testa, eppoi ha triturato la tignosità di Demiral per servire ad Elmas, sorpresa di giornata, il pallone da chiudere in gol con magnifico sinistro. Dicono i numeri che Osimhen e Lookman, in questo campionato, stanno diventando implacabili nella media gol. Ma la qualità del Napoli ha fatto la differenza sulla applicazione strategica dei bergamaschi. E si è visto nel resto della partita: c'era molto calcio da una parte e dall'altra, gioco verticale, accelerazioni, qualche svarione, ma se il Napoli ha tenuto fede ai numeri d'attacco (gol segnati), l'Atalanta non ha onorato altrettanto il titolo di regina della difesa.

E la ripresa non ha scalfito le impressioni, nonostante un gioco più fisico e nervoso. L'Atalanta ha perso subito l'occasione (traversa di Lookman con collaborazione di Oliveira). Poi tante piccole prove d'autore, ma il calcio solo il calcio aveva già dato la sua sentenza.

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