Milano Da Ormai due settimane, quando l'Inter scende in campo gioca contemporaneamente due partite. Una importante, in campo. L'altra, fuori dal campo, che catalizza in un modo o nell'altro tutte le attenzioni. Se in campo i nerazzurri continuano a vincere, fuori continuano ad avere un caso chiamato Icardi. La gara con il Rapid Vienna e il passaggio agli ottavi di Europa League, di fatto, è poco più di una formalità, la questione dell'ex capitano degradato e autoesclusosi dalla squadra per un dolore al ginocchio, è invece ancora tutta da decifrare. Intanto con il numero 9 in tribuna, al fianco dell'inseparabile Wanda, i nerazzurri vincono ancora. Ora sono tre in fila senza di lui, quattro se si conta Parma dove Icardi ha giocato, anche se male.
È il mondo al contrario della pazza Inter. Poteva sfaldarsi in un vortice di polemiche, ha saputo reagire con la forza del gruppo e dell'orgoglio. Proprio quello che aveva chiesto Spalletti. Dimostrazione lampante: quando al 18' del primo tempo Ranocchia segna il gol del 2-0 che di fatto chiude la contesa, lui, che dello spogliatoio è leader carismatico e capitano in pectore pur giocando pochissimo, è stato sommerso dall'abbraccio di tutti i compagni. Tutti. Un gesto che vale più di tante parole. Quelle che la coppia più discussa del momento continua a non fa mancare ma soltanto via social. Nonostante Spalletti alla vigilia fosse stato chiaro («queste situazioni non si risolvono con i like e le chat, ma stando insieme»), Wanda Nara l'altra sera ha scritto: «Ignora quando ti criticano, ascolta quando ti consigliano e allontanati quando non ti danno valore». Messaggio di addio all'Inter? Chi lo sa. Fatto sta che il riavvicinamento continua a sembrare lontano. Dopo le visite mediche che non hanno evidenziato particolari problemi al ginocchio dolorante, la palla è passata a lui che deve decidere il suo futuro. O rientra, senza fascia, mettendosi a disposizione del gruppo, o rischia di perdere il resto della stagione. Che sarebbe un suicidio sportivo. «Lo aspettiamo, sono fiducioso», ha detto l'ad Marotta che su Godin ha aggiunto: «Trattativa avanti».
Intanto quest'Inter ricompattata sa solo vincere. Non esattamente un'impresa titanica battere i modesti austriaci del Rapid, seguiti a Milano da oltre 4mila rumorosissimi tifosi (13 di loro fermati prima del via per possesso di materiale pirotecnico) ma tant'è, è sempre il campo che parla e dice che l'Inter è agli ottavi di Europa League. Vecino al primo affondo, minuto 11, trova l'angolo in diagonale. Ranocchia al 18' con un destro al volo mette la qualificazione in cassaforte dopo l'1 a 0 dell'andata.
Il resto della partita è pura accademia, con l'Inter che controlla in scioltezza e nel finale trova anche il 3 a 0 con il cucchiaio di Perisic in contropiede e la quarta rete con Politano. Un ritorno al gol importante quello di Perisic, uno che è stato in mezzo alle polemiche, ha reagito, si è messo a disposizione ed è tornato decisivo. Toh, si può fare. A qualcuno fischieranno le orecchie.
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