
Quasi sussurra, Roberto Donadoni. Eppure le sue parole hanno i decibel di una sirena, che mette in guardia sui rischi che l'Italia si trova di fronte, nel rincorrere il Mondiale. Lo fa alla presentazione del docufilm della Lega Serie A, allo Sport Movies & Tv di Milano. L'ex ct dice dal palco: "Bisogna riconoscere che il talento che abbiamo ora è un po' inferiore a quello che eravamo abituati ad avere. Ma bisognerà accettare anche questo: Rino avrà il suo bel da fare".
Mister, con il 5-0 all'Estonia, Gattuso ha messo a tacere gli scettici?
"La Nazionale ha fatto fatica negli ultimi anni, non è certo Gattuso che può ereditare responsabilità. Chiaro, la situazione è complicata: non sarà facile, speriamo di riuscire a centrare i playoff. Credo che Rino abbia il polso della situazione: l'Italia se vuole pensare di andare ai Mondiali non può pensare di non vincere queste due gare, non ci sono alibi".
Due gare da vincere con il carisma di Gattuso o con le sue soluzioni tattiche? Due punte come a Bergamo?
"Se si valutasse il lavoro in poche partite sarebbe sbagliato. Lasciamo lavorare il cittì: in campo ci vanno i ragazzi, sono loro a doverci mettere lo spirito necessario. Altrimenti è difficile".
Spirito che è mancato?
"Direi di sì. A volte, vedendo da fuori, è parso che non ci fosse la giusta determinazione".
Perché? Non basta indossare l'azzurro?
"Quando si passa da un campionato difficile, stressante da un punto di vista fisico e mentale, ritrovare le energie non è semplice".
Dietro spingono nuovi talenti? Ne ha visto qualcuno, in queste poche giornate in A, che in prospettiva può offrire ricambi?
"Sì, si sono viste cose interessanti, alcune anche egregie".
Su questo e altro, Gattuso le ha chiesto consigli? Da milanista a milanista, ma anche da ct a ex ct
"Siamo rimasti fuori due volte dal Mondiale, non si può caricare di ulteriori difficoltà una situazione già complicata".
C'è un rischio più di altri da cui l'Italia deve guardarsi, per arrivare al Mondiale?
"I rischi sono
gli avversari. Oggi non ci sono partite facili. Basta vedere come l'Italia è rimasta fuori le ultime volte dalle competizioni importanti, contro squadre che sulla carta erano abbordabili. Anche ora dobbiamo stare attenti".